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La cosa migliore del film e' la canzone che apre e chiude il film il resto e' noia.
Un film B-E-L-L-I-S-S-I-M-O.
Con Nymphomaniac Lars Von Trier chiude la trilogia sulla depressione che lo ha visto dirigere in successione Antichrist e Melancholia. Lo fa con una lunga narrazione divisa in due parti offrendoci alla fine il trailer della seconda. Non si tratta solo dell'ennesimo "film scandalo" che farà la gioia dei giornalisti che amano i pezzi cosiddetti "di colore" ma, ancor prima che di un'opera con un tema così complesso, di una specie di summa del suo cinema. Perché se una particolare forma di ninfomania per amore invadeva l'animo della Bess di Onde del destino, e l'ospedale il luogo di "Il regno" il rapporto sessuale reale e mostrato in modo esplicito ne faceva già parte (sciaguratamente tagliata dalla distribuzione italiana). All'epoca il regista danese espose anche una sua teoria sul cinema pornografico constatando come fosse il peggio girato ma anche il più visto di tutti i generi. Di conseguenza aprì una casa di produzione per realizzare porno 'di qualità' e convocò studiose della sessualità per elaborare un "dogma" su ciò che potesse essere mostrato esplicitamente in un film senza però che le donne che lo vedevano si sentissero umiliate. Erano i tempi in cui i detrattori lo accusavano di misoginia e lui, con film come Dancer in the Dark non faceva nulla per contraddirli. In particolare con questo film, è venuto sempre più allo scoperto: Von Trier teme la donna perché vede in lei aspetti del suo profondo che vorrebbe saper controllare e, paventando di esporsi in prima persona, utilizza personaggi femminili per parlare di fatto di sé. In questo film suddiviso in capitoli, affida alla narrazione di Joe e a Seligman che ci rappresenta come spettatore una riflessione sulla sessualità che fonde il basso e l'alto; le secrezioni e le riflessioni letterarie, la pesca con l'ebraismo non per confondere le acque ma per tentare di tracciare un percorso nella sua visione del sesso. Una annotazione finale: il monologo di Uma Thurman è da antologia. Super consigliato..
Recensioni
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Von Trier chiude la trilogia sulla depressione con una riflessione sulla sessualità che fonde l'alto e il basso: una summa del suo cinema
Trama
L'anziano Seligman, uscito per fare la spesa in una giornata nevosa, trova a terra il corpo insanguinato di una donna, Joe. La porta nel suo appartamento e la soccorre. Qui Joe gli rivela di essere una ninfomane. Se vuole può raccontargli la sua vita ma sarà una lunga narrazione che prende le mosse dai libri di anatomia del padre medico per poi passare alle competizioni con una coetanea a chi ha più rapporti nel corso di un viaggio in treno. Ma è solo l'inizio.
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