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Navigando con la mia piccola zattera, per le pagine culturali del web, ho sentito traballare quei quattro legni galleggianti, improvvisamente scossi da una folata di vento insolito. Era il titolo di un'intervista ad uno scrittore che presentava la sua ultima opera; un titolo fortemente evocativo, o forse pienamente attuale, o chissà, solo laconico presagio di avvenire. "È l’anno zero, e si nasce già privi di innocenza". Lo scrittore è Daniele Cambiaso, il suo libro è "Off Limits". Alla brezza insolita ma lieve, provocata dal titolo dell'intervista, ha fatto seguito lo scoperchiamento dell'otre di Eolo, nel leggere il contenuto, i temi, ed ogni altro elemento capace di suscitare non solo un interesse prettamente culturale, ma direi proprio capace di smuovere gli animi assonnati e le inconsapevoli coscienze. Creare da fatti reali una storia, frutto dell'estro narrativo dello scrittore. Far sì che la storia, quella reale, documentata - in particolare la storia dell'immediato dopoguerra - si inserisca qua e là nella trama della storia creata, come qualcosa che incombe, che lascia ancora un sapore amaro, di rovine, di squallori, di vicoli ciechi. Ma al tempo stesso, quella stessa storia fa scorrere il pensiero, che si dilata all'infinito, fino a giungere proprio in quel tempo e in quei luoghi. Vivendoli. Non solo immaginandoli, ma partecipando quasi con la stessa urgenza, con l'ansia, l'istinto vitale, il pàthos, di chi lì - in quel tempo e in quei luoghi - c'è stato. Non è cosa da poco, perché la storia, quando è amara, si dimentica; quando narra di sconfitte e brutture, si tende a rinnegarla. Ecco, questo credo sia il merito di quel libro. A ciò si aggiunge, a mio avviso, la cura infinita per i particolari descrittivi dell'ambientazione, immersa tra caruggi e palazzi storici di una Genova annientata dagli esiti della guerra. E l'innegabile impegno dello scrittore alla ricerca documentale dei fatti storici, non quelli più noti, bensì quelli della cronaca dei giorni convulsi del dopoguerra, descritti con percettibile partecipazione emotiva. Infine non manca un sottilissimo fil rouge di carattere psicologico, da ricercare - volendo - con particolare attenzione, tra le intricate vicende che si susseguono nella storia, come una sorta di filo d'Arianna, nel labirinto contorto e oscuro dell'anima del protagonista.
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