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La prima cosa che devo dire è che, apprezzando molto la Harris, mi aspettavo molto da questo romanzo e, sinceramente, mi ha deluso. Non che sia un romanzo da buttare, ha molti aspetti positivi, ma l'ho trovato estremamente scontato. Lo stile della Harris come sempre è meraviglioso, incalzante e affatto noioso; eppure i personaggi, ad esempio, sono troppo stereotipati: c'è il diciassettenne ribelle, la vecchietta timorata di Dio, il poliziotto con i baffi, il sexy divorziato, l'agiata madre di famiglia che non fa altro che pretendere e giudicare; sono stati definiti tutti con una sola caratteristica, come se fosse solo quello a contraddistinguere la loro personalità. La questione del passato di Lily invece, mi ha colpito, eppure anche lì, qualcosa già sospettavo. Inizialmente non ci viene rivelato niente, se non che lei ha difficoltà a dormire, che studia autodifesa e che nel suo passato c'è stato un evento traumatico. Ovviamente non avevo indovinato fin nei particolari, ma l'idea di fondo c'era ed era scontata, secondo me. Un altro punto che mi ha deluso, quello che doveva essere il più importante per l'autrice, è relativo all'omicidio, cioè chi è l'assassino. Poco dopo la metà del romanzo avevo capito chi fosse. Viene dato un indizio così palese, che se si ha letto con attenzione il resto del libro, ci si domanda come la protagonista non colleghi subito tutto. Eppure Lily sembra non connettere immediatamente, anzi, solamente alla fine del romanzo sembra comprendere ciò che le è stato detto. La storia d'amore, non essendo il punto focale della storia, non è stata approfondita, ma l'ho trovata estremamente frettolosa. Lui ha appena lasciato la moglie e conosce Lily da quattro anni, eppure non c'è mai stato alcun segno prima dell'inizio del romanzo e scoppia l'amore. Cioè, veramente? Magari la Harris ha avuto bisogno di questo romanzo per assestarsi, per far conoscere la protagonista, che mi piace, e per introdurre gli altri personaggi; quindi spero che già con il secondo libro io mi ricreda e possa dare una recensione più che positiva. Un appunto devo farlo alla Delos: ragazzi, ho trovato refusi su refusi. Voto: 3 stelline.
Omicidio a Shakespeare è il primo volume della nuova serie gialla scritta da Charlaine Harris, famosa in Italia per la serie dedicata a Sookie Stackhouse. I volumi sono strettamente collegati solo per quel che riguarda le vicende personali della protagonista mentre i casi sono diversi volume dopo volume. Le vicende sono narrate in prima persona da Lily Bard, una donna delle pulizie molto schiva a causa di un passato traumatico che l'ha quasi distrutta. Ora vive in un piccolo paese dell'Arkansas e frequenta un corso di arti marziali rendendola così forte e determinata ma pur sempre una solitaria che fa fatica ad addormentarsi con la passione per le passeggiate notturne. Ed è proprio durante una delle sue camminate che si accorge di qualcosa di strano... Devo ammettere che questa storia non mi ha convinto molto, penso sia una lettura scorrevole con una protagonista reale e accattivante e non manca il risvolto romantico ma per quanto riguarda la parte relativa al "caso" da risolvere manca d'azione, colpi di scena e suspense. La soluzione finale, poi, risulta un po' troppo semplice per i miei gusti (ammetto che sono abituata a gialli un po' più intricati). Questo primo volume è stato pubblicato negli anni 90 quindi non aspettatevi una tecnica investigativa delle più moderne e sofisticate ma una basata principalmente sulle capacità deduttive della protagonista. Una storia senza troppe pretese e per chi non legge "gialli".
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