Trasversalmente a tutti i decenni di vita della scuola della nostra Repubblica Democratica la proposta didattica di attrarre potentemente gli alunni con argomenti e lezioni accattivanti, pur seguendo i programmi ministeriali è la chiave di accesso per abbattere il muro della didattica frontale tanto più spesso quanto più ampia è la forbice generazionale.
L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento
Periferia di Milano, anni Settanta. Gli anni del terrorismo e della droga, dei sogni di Oriente e di liberazione. Una mattina, nella classe di un Istituto Agrario, fa la sua apparizione Giulia, una giovane professoressa di lettere che parla di letteratura e di poesia con una passione sconosciuta. È quell'incontro a "salvare" Massimo Recalcati che, in questo libro dedicato alla pratica dell'insegnamento, riflette su cosa significa essere insegnanti in una società senza padri e senza maestri, svelandoci come un bravo insegnante sia colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l'orizzonte. È il piccolo miracolo che può avvenire nell'ora di lezione: l'oggetto del sapere si trasforma in un oggetto erotico, il libro in un corpo. Un elogio dell'insegnamento che non può accontentarsi di essere ridotto a trasmettere informazioni e competenze. Un elogio della stortura della vite che non deve essere raddrizzata ma coltivata con cura e riconquistata nella sua singolare bellezza.
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Anno edizione:2014
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Siamo di fronte a una crisi del processo educativo che Recalcati esplicita a partire da un desiderio erotico che manca, che non è direzionato, perciò non orienta e non viene seguito. Nel nuovo modello di Scuola – Narciso il sapere è il paradigma dell’uniforme, dell’essere tutti uguali, del ripetere le parole del professore agli esami. È cancellato lo spazio della soggettivazione, dell’Io con le sue peculiarità. I suoi pensieri e la sua creazione originaria, che emergerebbero dallo sviluppo di un pensiero critico, sono divenuti degli sconosciuti. La lezione non è più il brivido interiore che salva. La lezione è uno stoccaggio: è riempire zucche vuote in un processo meccanico e aziendalistico che non sa dove sta andando. E’ così intento a incasellare che non ha tempo di domandarsi: “Perché?” Questo saggio ti chiede se sei sveglio oppure dormi, se c’è nel tuo cuore uno spiraglio che ancora ti consente di credere alla buona notizia. Se c’è qualcosa di tuo che vuoi dire, qualcosa di nuovo, un dispiegamento di una verità che hai colto, anche solo per un attimo, a prescindere dalla sua fugacità e irrisolutezza. Chi sei tu oggi? La predilezione è per le strade facili, per le ricerche “pret –à-porter” che escludono dal processo educativo il valore, la costruzione che solo l’attesa può offrire. Il tempo speso a cercare la parola esatta, l’esclusione della fatuità dei discorsi. La ricerca vera, profonda, unica e individuale cambia il mondo.
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mandalai 01 marzo 2017
Direi una standing ovation, come da titolo, per uno dei saggi più intelligenti ed arguti mai scritti negli ultimi 10 anni. Il mondo della scuola come la maggior parte delle persone (leggi non addetti ai lavori) non vuole sia raccontato. e' sempre preferibile sentire che va tutto bene, che in classe è tutto ok, gli studenti studiano, gli insegnanti insegnano, la LIM (lavagna interattiva multimediale) funziona, il personale non docente è disponibile e i genitori collaborativi. INVECE NO!!!! Grazie al cielo, qualcuno che non le manda a dire e restituisce un pò di dignità ad una delle categorie professionali più bistrattate e vessate di sempre... perchè cari signori, la LIM no non funziona sempre, la scuola 2.0 è una colossale balla, i genitori non sono collaborativi nella maggior parte dei casi, i dirigenti per paura di genitori poco collaborativi sono, nella maggior parte degli sceriffi, i ragazzi sempre meno educati e la società sempre più abituata a buttare la croce addosso al povero prof pagato male e abbandonato alla sua ora di lezione che non vede l'ora finisca.