Palestina. Nuova ediz.

E' davvero difficile trovare un equilibrio tra l'ironia, il ritmo della narrazione, e la gravità dei fatti narrati da Joe Sacco, cioè il racconto in presa diretta della Palestina dei primi anni novanta a pochi anni dalla prima Intifada. Sacco interloquisce con tantissimi palestinesi, entra nelle loro case e restituisce la descrizione di quello che allora, come oggi, è la Palestina: un campo di concentramento a cielo aperto organizzato da Israele. Un documento storico, una denuncia politica, un fumetto coinvolgente. A volte per la ripetizione dei fatti simili uno all'altro, è un po' pesante e non tanto scorrevole, ma mantiene una tensione che lo fa diventare una pietra miliare del graphic journalism

Il giornalista e fumettista malto-statunitense Joe Sacco cerca di rappresentare graficamente su carta parte del conflitto arabo-israeliano, disegnando e raccontando testimoniananze raccolte sul territorio durante i suoi personali viaggi agli inizi degli anni '90. Se l'operazione di sensibilizzazione nei confronti del lettore in qualche modo va bene, così come molte parti riescono a cattuare l'attenzione, quello che a mio parere non funziona è proprio il libro in sé: al di là dell'eccezionale tratto di Sacco, carico di dettagli e minuzie, il voluminoso tomo alla fine si riduce ad un "semplice" collage di interviste e testimonianze di alcune vittime dell'annoso scontro fra Palestina e Israele, condite dall'indifferenza e dal cinismo dello stesso Sacco. Sarebbe servito, a mio parere, un minimo di background di fondo, un'analisi del contesto sociale e culturale, e quanto meno una parvenza di coesione tra una miniparte e l'altra: la lettura ne sarebbe risultata più fluida e più logica.