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Il ritratto di un Io molteplice: l'Io megalomane, l'Io egocentrico, l'Io depressivo, L' Io autolesionista, l'Io parziale.... Una perla di rara e raffinata intelligenza, una scrittura poetica, un saggio sull'animo umano che ti strappa anche momenti di squisita ironia. Spesso la discrepanza tra ciò che Palomar fa e ciò che appare stia facendo genera ilarità in chi lo vede all' azione- contemplazione.
Qual è la parte di un libro che più di tutte espone il lettore-medio alla tentazione di saltarla? Facile. La descrizione. Ecco, se siete particolarmente maldisposti nei confronti delle sequenze descrittive, avete l'occasione di saltare... un libro intero! Cosa che, di per sé, potrebbe avere anche la sua dignità. Però. Qual è la precondizione di una descrizione? Osservare, o, meglio, sentire, nel senso di... usare i cinque sensi per indagare qualcosa. Quindi una descrizione, che a prima vista è qualcosa di molto astratto e teorico, nasce da qualcosa di molto concreto e sensibile. Descrivere qualcosa significa quindi obbligarsi a uno sforzo di concentrazione prima fisica e poi mentale. Cioè significa conoscere. O meglio. Provare a conoscere. Ed eccoci al nostro signor Palomar. Di poche parole, ma curioso, anzi, maniacalmente curioso. E nel libro il signor Palomar, in altrettanti brevi capitoli, ci descrive 27 diverse cose, da un'onda a un geco all'universo. Qualcuno ha voluto vedere nel signor Palomar lo stesso Calvino. Cosa probabilmente vera e legittima. Ma se Palomar fosse ognuno di noi nel momento in cui, citando Dante, cerca "virtute e (soprattutto) canoscenza"? Come avrebbe detto il grande Bufalino: "Leggere, leggere, leggere!" "Per questo non abbiamo niente da insegnare: su ciò che più somiglia alla nostra esperienza non possiamo influire; in ciò che porta la nostra impronta non sappiamo riconoscerci." (p. 95) "... sarà il tempo a logorarsi e ad estinguersi in un cielo vuoto (...) nel gelo d'un ordine immobile." (p. 112) E tutto partendo dal tentativo fallito di descrivere un'onda... Chi è che diceva che le descrizioni si possono saltare?
Palomar è un signorotto riflessivo che osserva, curioso, la realtà circostante. Le visioni razionali descritte da Calvino, fuse ad un linguaggio scientifico di prim’ordine, fanno di quest’opera un vademecum per i lettori viaggiatori che adorano ricercare spiegazioni ovunque essi siano. In spiaggia, sul balcone, in giardino. Contemplando le stelle, acquistando formaggi, in viaggio. Si osserva la realtà con gli occhi di Palomar, a volte quasi troppo pesanti, pregni di pensieri, quasi alienanti. Un viaggio nella mente del protagonista, satura di concetti e decisamente troppo razionale. Nel complesso un libro da leggere; lo consiglio a chi ama la scienza unita alla realtà di ogni giorno.
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