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Anno edizione: 2016
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Simenon, la cui scrittura è attenta ai particolari al punto di rasentare la pignoleria, ogni tanto tuttavia si prende un periodo di svago, durante il quale scrive romanzi che, se fossero di altri autori meno blasonati, si potrebbero considerare nel complesso soddisfacenti, ma, portando in calce invece quella firma così nota, si rivelano per essere delle prose invero modeste, magari con una trama interessante, ma prive di tutte quelle caratteristiche positive che così tanto hanno indotto il pubblico dei lettori ad apprezzare l’autore belga. Prendiamo questo romanzo di navigazione, che forse vuole evocare, non riuscendoci, certe atmosfere tipiche di Joseph Conrad, un noir privo di una vera e propria tensione, con parecchi rallentamenti nel ritmo, in contrasto con la dinamicità dell’ambiente (il mare del Nord in tempesta), ebbene se all’inizio riesce a presentare qualche motivo di interesse poi, piano piano, procede stancamente e così si arriva alla fine con la scoperta dell’assassino di turno che lascia alquanto basiti, perché se è vero che era il meno sospettabile, è altrettanto certo però che la soluzione si presenta tutt’altro che logica. C’è qualche pagina buona, come se occasionalmente Simenon si fosse scosso dal torpore che lo aveva pervaso, ma questo implica che appaiano ancor più stridenti quelle parti – e sono molte – in cui c’è più verbosità che sostanza. Peccato, a fronte di tanti capolavori mano a mano che procedo nella lettura della corposa produzione letteraria dell’autore mi imbatto, ormai con una certa frequenza, in opere che, solo per rispetto nei confronti di un grande scrittore, non esito a definire minori, se non marginali.
Che dire? Simenon è sempre Simenon. Ed è ancora più interessante e vivo quando dimentica di aver inventato Maigret e racconta quelle storie devianti quanto conformiste, che raccontano personaggi normali nella loro anormalità. Uno spaccato di storia, di Francia, di borghesia e di relazioni umane che sembra ineguagliabile. Quindi il solito lucido, chirurgico, plumbeo Simenon. Noir "marittimo" di alto livello, con uno stile asciutto ed efficace come sempre. Si, un libro da leggere
Affascinante e misterioso nell'ambientazione e nella costruzione dei personaggi, questo noir tra i primi di Simenon, riesce a incantare il lettore, che si troverà egli stesso a bordo del Polarlys. Atmosfera straordinaria fra le nebbie e il freddo del mar Baltico. Con un po' di labor limae, sarebbe stato migliore. E' un piccolo capolavoro che si legge molto velocemente e che consiglio di cuore.
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