Performate

"Performate" scandisce il movimento. Il movimento che muove attraverso lo sguardo,repentino pensiero,verso la parola,soglia dell'approdo poetico. "Prensione della parola/Fiato alle mani/Lettere leccate fra la bocca tra le dita". Auto-performa se stesso nell'attimo intuitivo,evocativo,comprensivo nel "fare" poesia.

Quando la stagione della speranza è compromessa,quando la sicurezza frutto di una illusione si rivela diafana,allora il tempo della solidità è giunto. Allora le membra,le parti del corpo,in tutta la loro disarmante evidenza,conducono ad una responsabilità che nessuna passata rivoluzione può permettersi di vantare. "Allora il piano ravvicina le braccia" scrive Alberto Mori. Ma gli elementi,il fuoco,l'acqua,la terra,l'aria,si modellano sul corpo,con il corpo,per il corpo. Leggerezze tangibili danzanti nell'intima gravità che disarciona i postulati arcaici,diviene tempo degli isolati afrori,delle dichiarate usanze ricettacolo d'imprevisti azzeramenti. Le torsioni a contatto del legno sono i paradigmi della danza sofferta attraverso l'impudico tocco tranciato e allocato. Ubiquo è l'arsenale epidermico coniugato alla parentesi lieve,al cammino dissolto perché estenuato,all'accadimento dove il tatto coinvolge l'alfabeto dell'esilio e delle dissolvenze. Non basteranno trasparenze allegoriche né pulviscoli muti a separare le identità ferite,poiché lo spettacolo,performance intima,traduce le possibili memorie rimaste. Si disperdono in notti adamantine,in evasioni distratte,le cadenze immote,l'essenzialità asciutta dei versi,le tracce sanguigne e,davvero,le lotte evocate. La materia e il rumore convincono la necessità dell'assalto,oggi di ben altra opzione rispetto a quello che ha lasciato macerie,di diversa serietà etica,verso nomi di venti,appartenenze ritmate,viali di tramonti trascorrenti. Finestre alte poi proiettano,dall'acuta attenzione de poeta,il dettato periferico delle viandanze e il corporeo tratto/segno piantato nel biancore della pagina. Cifra fondante la peculiarità di "Performate" gli opposti solido/etereo,pesante/leggero,corpo/aria,moto/quiete,in un tabulato lineare dove convivono riflessi interpretanti del fare,e di un fare umanistico non più classico,ma proprio di una sinestesia applicata alla contemporaneità e dialetticamente pacificante.