... è diventato pesante, pieno di cliché e pseudo psicanalizzazioni. Troppe cose veramente brutte e secondo me imperdonabili (soprattutto il comportamento della mamma) vengono giustificate come se niente fosse, e alla lunga diventa noioso leggere i rovelli della protagonista, che non sa come lasciare il ragazzo che, ha capito, non fa per lei. Almeno rimanesse il noioso inetto che è... no, appena si lasciano cambia atteggiamento. Allora potevano trovare il modo di rimanere assieme e migliorare il loro rapporto... personalmente sono questi i finali che preferisco, oppure che ci si lasci perché è chiaro che uno dei due non è un granché e l'altro ha fatto male a mettercisi assieme. Do due stelle solo perché è scritto bene, ma mi ha un po' deluso :(
Il peso specifico dell'amore
"Un giorno l'amore finisce e basta. E lo fa così, un mercoledì sera, senza preavviso. Sei lì che guardi "Chi l'ha visto", con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo, e lo osservi, e ti sembra di vederlo per la prima volta, che mangia fissando lo schermo, una forchettata di pasta dopo l'altra, e ti rendi conto che non ce la fai più. Ma nemmeno un po'. E che non puoi resistere un altro minuto seduta su quel divano con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo. Cioè, per carità, gli vuoi un bene dell'anima, e se avesse bisogno di un rene glielo daresti senza batter ciglio, ma ecco, è lì il problema: preferiresti dargli un rene che non un'altra parte di te... E questo perché? Perché, ripeto, un giorno finisce e basta. E questo non te lo dicono nei film, o nei libri, perché succede appena finiscono i titoli di coda. Perché la verità è che Richard Gere non ha mai smesso di rinfacciare a Julia Roberts di battere sul Sunset Boulevard, e Julia Roberts si è stufata dopo dieci minuti di stare su quella cazzo di panchina al freddo di Notting Hill insieme a Hugh Grant, e sempre Richard Gere non ha mai perdonato a Susan Sarandon di avergli fatto rinunciare alle lezioni di danza con Jennifer Lopez! È così che va la vita, non c'è mai un lieto fine, c'è solo una fine." È con questa amara consapevolezza che Francesca cerca di fare i conti lavorando come una matta, perché il lavoro è l'unica parte della sua vita che riesce a tenere sotto controllo e che non la delude mai.
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Anno edizione:2016
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Non conoscevo affatto l'autrice, mi sono avvicinata al suo libro in libreria molto scettica, pensando alla solita storia d'amore che finisce bene e mette fine a tutti i dubbi. Invece no. La storia è vera, vengono fuori i dubbi di tutti e di tutti i giorni, le paranoie, le paure, il mancato coraggio e le scelte di vita che ogni tanto siamo costretti o vogliamo fare. Un libro spassionato, un urlo per chi non ha coraggio di ribellarsi, condito con un'ironia geniale. Personaggi di tutti i giorni, con cui ci scontriamo, che ci fanno rimproverare noi stessi di avergli dato corda, personaggi veri che non diventano da "buoni" "cattivi". Consigliatissimo, una lettura leggera ma con spunti di riflessione.
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Con lo stile frizzante e ironico che la caratterizza, Federica Bosco racconta una storia profonda, emozionante. La protagonista del romanzo, Francesca è una giovane donna milanese dalla vita certamente non perfetta, in cui è facile immedesimarsi. Un lavoro che pur piacendole non le dà i giusti meriti, qualche problema in famiglia e soprattutto una storia d'amore che è ormai giunta al capolinea ma da cui è difficile uscire realmente. L'autrice dimostra ancora una volta la sua abilità nel descrivere i sentimenti e gli stati d'animo dei personaggi, rendendoli veri, naturali. E' un romanzo che offre spunti di riflessione e che sa al contempo regalare dei sorrisi. Una lettura molto piacevole e dal finale non scontato.