Phobia

L'autore non si smentisce, testo avvincente e coinvolgente, come gli altri.

Questo libro dell'autore, come tutti gli altri, non é paragonabile alla psichiatra, ma presenta una storia un po' diversa dagli altri thriller, rimanendo comunque un po' sottotono.. Bello ritrovare dopo tanti libri il personaggio di Mark, ma tutta la sua storia distrae dalla trama principale che rimane comunque un po' debole anche se ci sono spunti di riflessione degni di nota. La protagonista viene letteralmente perseguitata da un maniaco che risveglia in lei sia le paure più incontrollabili dell'essere umano sia l'istinto di sopravvivenza e questo caratterizzerà il punto centrale e il proseguire del thriller... Un buon libro ma non a livello della Psichiatra o del Il mio cuore cattivo.

Quinto lavoro di Wulf Dorn, autore tedesco che insieme al suo illustre collega Sebastian Fitzek si divide la palma di Re del cosiddetto "psycho thriller" tedesco, ossia quel genere di romanzi dove assume particolare importanza, oltre alla generazione della suspence, lo scavo nei profondi abissi dell'animo umano. L'idea di base è certamente intrigante: in una serata buia e tempestosa Sarah, abile editor di una casa editrice attualmente in aspettativa per un profondo disagio psicologico, attende il marito di ritorno dal lavoro. Avverte il rumore della Mercedes entrare nel giardino della villetta, sente le chiavi nella toppa. Sarah corre ad abbracciare il marito in cucina, peccato che sia un perfetto sconosciuto con il volto completamente rovinato dalle cicatrici. Per Sarah inizia un incubo che non conosce alcuna motivazione. Sarà una corsa contro il tempo per capire le perverse ragioni dello psicopatico e cercare di mettere in salvo i suoi affetti più cari. Da questo adrenalinico incipit Dorn costruisce un buon thriller, pur con qualche calo di tensione, giocato sul male del nostro tempo: le fobie, l'ansia, la paura annidata nel nostro cervello che ci limita e ci porta a vivere in un guscio chiuso al mondo esterno. A conti fatti ne esce una storia discreta e avvincente, seppure non particolarmente originale e ricca dei clichè che caratterizzano il genere. Difficilmente il lettore scafato rimarrà sorpreso dai 3/4 effetti a sorpresa ricreati da Dorn nei punti nevralgici della vicenda. Di certo un buon thriller da ombrellone (o meglio ancora da poltrona in una serata di pioggia), difficile però pensare di Wulf Dorn niente di più che un ruolo da onesto mestierante.