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Un giornalista indaga sulla morte del proprio fratello gemello, un poliziotto suicidatosi in un parcheggio con la propria pistola di ordinanza. Naturalmente il protagonista non crede alla teoria del suicidio e scopre che allo stesso modo sono morti altri poliziotti. Comincia l’indagine tra le indignazioni della povera cognata rimasta vedova e i colleghi del fratello, nervosi e scontrosi. Dietro a questa catena di omicidi “mascherati”( si perché l’assassino è un vero maestro) si nasconde IL POETA ,un serial killer abile ad occultare sulla scena del crimine versetti di E.A. POE visibili solo a persone ostinate e caparbie come il nostro giornalista. Anche l’FBI indaga da tempo e aggancia il protagonista tramite l’agente Rachel W. con conseguente storia d’amore e sceneggiate di gelosia da parte di un collega… un discreto libro con diversi argomenti da approfondire(infatti c’è un sequel), sicuramente si può fare un bel film. Interessante è la figura dell’assassino,molto intelligente nel preparare gli omicidi e non lasciare traccia. Il ritmo del libro va a strappi ma la trama è ben costruita. Devo ammettere che mi aspettavo di più ma l’autore scrive bene e non ha bisogno di presentazioni. Consigliato a chi ama il giallo/poliziesco “americano”….
Il cuore dell'opera di Connelly è un'indagine portata avanti dall'FBI su un serial killer che usa come "biglietto da visita" i versi del maestro del terrore Edgar Allan Poe. La crepa in quelli che, apparentemente, sembrano suicidi di poliziotti tormentati dal proprio lavoro viene notata dal fratello di uno di loro, Jack McEvoy, giornalista in organico presso un quotidiano di Denver; è proprio dai suoi dubbi che l'indagine prende il via, attirando in seguito l'attenzione del Bureau e del suo Dipartimento di Scienze Comportamentali. L'indagine si snoda in lungo e in largo per l'America, accarezza anche l'oscuro mondo della pedofilia, analizzato spesso in maniera fredda e distaccata da un ottimo Connelly che, in quei frangenti, dimostra di non aver dimenticato il suo passato da reporter. Arriva infine al culmine quando viene superata quella linea che sembra dover essere il logico finale del libro fin dalle sue prime pagine. Connelly ci accompagna in quel passo oltre l'orizzonte, tracciando un finale che in realtà è un non-finale, parole che lasciano più domande di quante ne risolvano. "Spesso non c'è un perchè" afferma nel corso della storia la conturbante Rachel Walling, co-protagonista del libro assieme al già citato Jack McEvoy. E questo sembra essere il senso di tutta la faccenda, l'unico appiglio al quale il lettore può aggrapparsi una volta terminata la lettura e scoperto l'enorme vuoto che un viaggio in una mente malata e distorta come quella del Poeta lascia dietro di se. Il testo è ben scritto, Connelly con le parole ci sa fare e si vede. I personaggi sono tutti ben definiti. Pur senza perdersi in esasperanti descrizioni, nel corso della storia vengono infilati qua e la quei dettagli che permettono di ricostruire il profilo di tutti coloro che nel libro hanno un ruolo. O meglio, quasi tutti...ma il motivo di quel "quasi" si scoprirà solo una volta arrivati all'ultima pagina. La storia è ben strutturata, anche se a volte gli sviluppi di essa sembrano un po' troppo forzati, facendo perdere all'indagine un po' di contatto con la realtà. Un'ultima annotazione riguarda il fatto che, di tanto in tanto, Connelly si faccia prendere da quella che io chiamo "Sindrome da Bibbia", cioè si perda nella descrizione di dettagli non di primo piano che tendono ad allentare la tensione, fattore che in un thriller che si rispetti andrebbe, invece, tenuto sempre su livelli di guardia. Insomma, a volte è come se ci fossero delle brusche frenate nella trama, aspetto che, personalmente, non mi fa impazzire. Questo accade soprattutto nella prima parte del testo, ma tracce di esse non mancano neppure nelle fasi successive e, addirittura, conclusive del romanzo. In definitiva, un buon lavoro e un romanzo che merita di essere letto dall'inizio alla fine. Il finale, anche se in alcuni tratti può risultare prevedibile, per lo meno agli appassionati del genere, lascia un alone di insicurezza e di dubbio che merita di essere esplorato senza riserve, soprattutto per lo stimolo che la mente di un lettore attento ne può ricevere. Insomma, un gradevole libro da leggere e un'opera su cui possono confrontarsi diverse visioni del mondo.
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