Dopo la rilettura del primo romanzo sul Poeta, mi sono fiondato sul seguito di quella fantastica storia. Protagonista e narratore di questo secondo libro è il più famoso dei personaggi nati dalla penna di Michael Connelly, Harry Bosch, poliziotto di Los Angeles in pensione e ormai dedito all'attività di investigatore privato. Proprio in queste vesti viene contattato dalla moglie del suo ex collega Terry McCaleb, morto poco tempo prima in circostanze poco convincenti, per scavare più a fondo di quanto non abbia fatto la polizia. Le indagini di Bosch sembrano portare ad una conclusione ben precisa: il Poeta è tornato per finire il suo lavoro. Sulle sue tracce anche i suoi ex colleghi del Dipartimento di Scienze Comportamentali dell'FBI e, in veste questa volta di osservatrice, uno dei pupilli di Bob Backus: Rachel Walling. Tra le vecchie conoscenze ritroveremo anche Brass Doran e Ed Thomas, il poliziotto scampato al massacro 8 anni prima. Ma le analogie col primo volume finiscono qui. Il resto è una folle corsa per trovare il Poeta e tentare di anticipare le sue mosse future. Il libro è come sempre ben scritto, e il packaging, nonostante il formato pocket, rende piacevole la lettura grazie ai caratteri non troppo piccoli. Quello che non mi ha convinto del tutto è, invece, la trama. Praticamente nessuna sorpresa, se non una piccola piccola nel penultimo capitolo. Si sa fin dall'inizio chi è il cattivo e si hanno circa 400 pagine di tempo per far combaciare tutti i pezzi del puzzle e approdare ad un finale tanto scontato quanto deludente. Una trama così banale avrebbe richiesto quanto meno un finale con delle risposte, risposte a tutte quelle domande che hanno attanagliato il lettore della prima parte, e mancate risposte che lì, a differenza che in questo volume, potevano avere un senso. Invece, il nulla. Un finale che mette definitivamente la parola fine alla saga sul Poeta, e lascia i fan con l'aquolina in bocca nella speranza di nuove future avventure del detective Bosch. Ma nulla più di questo. Anche i personaggi, stavolta, sono mal dipinti, spesso appena accennati. La stessa Rachel Walling, che già non mi aveva fatto impazzire nel primo racconto, appare come poco più che una figura sbiadita. Sembra più un romanzo d'azione che un thriller. E anche quella, a dire il vero, scarseggia nelle parti iniziali; dalla visita alla roulotte in poi c'è più adrenalina, ma fino ad allora, l'unica cosa che mi ha sostenuto nella lettura è stato il desiderio di sapere come sarebbe andata a finire la storia di Backus e se la conclusione sarebbe stata all'altezza del "primo" Poeta. La conclusione è che sembra il classico sequel arrangiato, buttato giù in quattro e quattr'otto solo per cavalcare l'onda di una prima parte che ha avuto successo, ma senza avere delle vere e proprie idee in grado di dargli quella marcia in più. Insomma, un libro che consiglio a chi ha amato la prima parte e vuol sapere come finisce tutta la storia, e anche per chi ha un po' di tempo libero e vuole impiegarlo leggendo le creazioni di qualcuno che con la penna in mano se la cava bene. Per tutti gli altri, esistono senz'altro letture migliori.
