Poirot e i quattro

In Poirot e i Quattro, precursore di spy story ben più note (Ian Fleming, maledetto copione!) Agatha Christie si diverte a far viaggiare per l'Europa Poirot e Hastings che, risolvendo tanti piccoli gialli, finiscono con lo smascherare una potentissima organizzazione criminale. Lode all'inventiva - c'è materiale che diluito, darebbe vita a una decina di validissimi romanzi - ma soprattutto, viva lo humour inglese che rende esilarante l'eccessivo numero di volte in cui Hastings perde i sensi.

La Christie ci regala un giallo super appasionante, vicino alla spy story che ricorda molto le avventure di Sherlock Holmes. Non rimarranno delusi i fidi appassionati del detective belga, anzi, si troveranno deliziati dalla costruzione di gialli nel giallo. Un'organizzazione misteriosa sembra non far dormire il uon vecchio Poirot, regalandogli (e regalandoci) una nuova avventura che lo porterà addirittura in giro per l'Europa, ancora una volta in compagnia del fidato Hastings.

Poirot indaga su una vasta organizzazione criminale che opera a livello mondiale e che è controllata da quattro personaggi conosciuti come i Quattro. Questi si sono messi assieme per distruggere l'ordinamento sociale e per sostituirlo con il caos, nel quale loro detteranno legge. Poirot scende, questa volta, in campo per difendere la libertà e la democrazia, disposto a sacrificare la propria vita. Questo giallo è stato pubblicato nel 1927, a dieci anni dalla Rivoluzione russa; questo giustifica le parole che Agatha Christie fa dire, all'inizio dell'indagine, a Ingles, esperto di storia cinese : "L'inquietudine serpeggia nel mondo, le rivolte dei lavoratori travagliano ogni nazione, e le rivoluzioni scoppiano in alcuni paesi. Gente che sa il fatto suo, e che non vuole fare dell'allarmismo, sostiene che esiste una forza, nascosta dietro le quinte, che mira niente meno che alla distruzione di questa civiltà. In Russia, per esempio, molte cose hanno fatto pensare che Lenin e Trockij fossero solo dei burattini i cui fili erano manovrati da un altro cervello". Mutatis mutandis...