Un poliziotto in galera. L'odissea giudiziaria di Ivan Liggi

Non scenderò in sterili commenti sul commento che qualche giorno fa era presente in questo sito, lascio il compito alle autorità. Desidero però lasciare il mio personale commento dicendo che da informazioni ho appreso che per Ivan non è possibile neanche un permesso di un giorno e allora vi chiedo e mi domando come sia possibile per alcuni veri "malfattori" uscire dopo poco tempo e ritornare liberi di delinquere mentre per Ivan non è possibile neanche un giorno di libertà "Accompaganta". Ancora una volta invito chi ha sbagliato ad intervenire e attuti ricordo una frase di Luterking: "Si comincia a morire quando si diventa indifferenti".

Una storia veramente assurda perfettamente raccontata da due ottimi giornalisti. Un ragazzo diventato polizotto veramente per vocazione si trova in carcere perchè un colpo partito involontariamente dalla sua pistola ha ucciso una persona che non si era fermata all'alt intimatogli da una pattuglia dopo un inseguimento durato un 'ora e dopo essere stato investito dall'auto che inseguiva. Penso che colui che ha scritto la precedente recensione debba conoscere meglio la storia (tra l'altro l'autopsia aveva accertato che la vittima faceva uso di psicofarmaci)prima di lasciari andare a commenti ingiuriosi e lesivi della dignità di Ivan Liggi, della sua famiglia e delle Istituzioni. Amareggia davvero pensare che mentre l’agente Liggi Ivan entra in carcere c’è chi dopo tanti omicidi e dopo aver sciolto il corpo di un bambino nell’acido, ottiene i permessi per uscire dal carcere.