Il porto delle nebbie

Faticosa inchiesta che Maigret condurrà a termine con la solita sagacia e umanità.

In quest'indagine il commissario Maigret dovrà sciogliere due nodi: il primo riguarda l'identità di un uomo misterioso che viene ritrovato a vagare per le strade di Parigi dopo aver subìto un operazione al cervello che lo ha menomato irreversibilmente ed in seguito scoprire il suo assassino.Il tutto in un paesino a strapiombo sul mare dove tutti sono reticenti e diffidenti.Il finale è assolutamente inaspettato e sorprendente.Per quanto mi riguarda questa è una delle migliori indagini del commissario che abbia letto per coinvolgimento emotivo e ricchezza narrativa.

Avvolta sovente dalle nebbie, Ouistreham, località marittima della Bassa Normandia è il teatro di una trama piuttosto intricata, in un’atmosfera di costante e inclemente tensione, in cui accade di tutto, perfino che il celebre commissario Maigret sia costretto a trascorrere una piovosa nottata legato come un salame e disteso sul molo. Ben conoscendo (ormai ne ho letti diversi) i gialli con proagonista l’infallibile detective è uno dei pochi casi in cui prevale l’azione. Beninteso non è che Maigret si metta a effettuare spericolati inseguimenti o sia costretto a sparare, ma la dinamica delle indagini è tale da riservare frequenti colpi di scena. C’è un ex capitano di lungo corso, poi in pensione e diventato responsabile del porto di Ouistreham, che viene trovato a Parigi a vagare in stato confusionale, e che soccorso non capisce nulla di quel che gli si chiede e nemmeno parla. E’ solo un caso fortuito che permette di scoprire chi é e sulle sue condizioni di salute grava una ferita da proiettile al cranio, peraltro operato con notevole perizia. Chi gli ha sparato? Perchè? Proprio per questo Maigret avvia le indagini e accompagna il capitano Joris (così si chiama quello che per un po’ era uno sconosciuto) alla sua casa a Ouistreham, da cui mancava da parecchi giorni. Nel corso della notte tuttavia l’uomo muore, avvelenato dalla stricnina. Il piccolo borgo, umido di nebbia, popolato di marittimi e di pescatori diventa così il teatro dell’indagine, in cui tutti, o comunque quasi tutti i soggetti interessati sanno, ma non intendono parlare, in una sorta di omertà che manda in bestia il commissario. Fra fortunali e ancora nebbie il massiccio investigatore si muove con la massima determinazione e da l’impressione sin dalle prime battute di aver capito molte cose, di cui tuttavia, invano, chiede le conferme. Si arriva così alla fine con il colpevole che non viene assicurato alla giustizia, ma che paga la sua colpa in altro modo.