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L'autrice è una docente, presumo molto quotata di diritto comparato, che insegna presso diverse università europee ed americane. Illustra, sotto il profilo squisitamente legislativo, come i vari paesi del mondo occidentale (Turchia compresa) hanno gestito le dispute di carattere religioso e/o culturale. In particolare si sofferma sulla gestione dei simboli: crocifisso e velo. Il primo come emblema della religione cristiana, predominante nel mondo occidentale (Turchia esclusa), il secondo come emblema di quella islamica, legata essenzialmente alla massiccia immigrazione ed in minima parte al proselitismo. A tratti la lettura è noiosa (specialmente nel secondo capitolo) ma forse è indispensabile per spiegare, con grande puntiglio, le posizioni, dei giudici e i processi logici, a volte giustamente discutibili, che hanno permesso di arrivare alle varie sentenze. Non una parola è spesa per descrivere che cosa è l'Islam e il cristianesimo e quali sono le loro peculiarità. Questo è, a mio avviso, il grosso limite della giustizia non solo italiana sullo specifico argomento. Se le leggi ordinarie e costituzionali sono lo strumento dei giudici per dirimere con equità e giustizia le controversie tra i cittadini nel rispetto delle libertà e della democrazia, non possono essere utilizzati principi espressi in contesti completamente diversi da quelli in cui si applicano. E' questo un aspetto su cui non sono riuscito a leggere ancora nessuna considerazione di esperti autorevoli.
Recensioni
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E' uno studio approfondito sul fondamentalismo e sui simboli della religione nel rapporto con i diritti di uguaglianza e la laicità dello Stato, in Italia come nel mondo.Costituisce l'esito di una riflessione sui problemi dell'uso strategico della religione e dei suoi simboli nelle democrazie occidentali.Il problema della conciliazione fra costituzionalismo e religione si analizza alla luce del fenomeno delle migrazioni di massa e dei processi di globalizzazione e privatizzazione che hanno determinato un'offuscamento della linea di confine fra la sfera privata e quella pubblica.
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