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Non c'interess'affatto metter'in duscussione l'importanza di questo libro per la psicologia social'e per la formulazione del concetto di dissonanza cognitiva; c'interessa metttern'in discussione lo specifico studio dell'estate 1954 su cui esso si fonda. Festinger analizza la dinamica mentale che si scatena "Quando la profezia [apocalittica] non si avvera": "se le nostre convinzioni vengono smentite dalla realtà dei fatti, sorprendentemente, in certe condizioni, anziché abbandonarle noi le abbracciamo con maggiore fervore." Lo studioso ha omesso d'includere nelle condizioni decisive il distinguo fra le profezie (apocalittiche) negativ'e le positive, ossia fra quell'in cui s'attende la manifestazione d'un Dio severo giudice punitivo e quelle riguardanti l'avvento d'un Dio di misericordia, grazia, amore. Solo nel 1° caso, s'alla data profetizzata non succede nulla, ci si può rifugiare nella razionalizzazione che le preghiere d'intercession'e le penitenze sacrificali degl'eletti abbiano procrastinat'il catastrofico castigo, mentre nel 2° caso si rimane brutalmente sconcertati, disorientati, delusi per il mancato realizzarsi della propria speranza. L'ultime 2 decadi dello scorso millennio ce ne hanno fornito in ambito cristiano entrambi gl'esempi. Dal 24 giugno 1981 a Medjugorje fu annunciat'un genocidio nella (ex) Jugoslavia che si sarebb'esteso fin'alla 3a guerra mondiale: l'ampliamento del conflitto non avvenn'e i credenti applicarono la strategia festingeriana. Ma quasi 10 anni dopo, il contenuto dell'aspettative profetiche si ribaltò col recupero nel "Padre nostro" del senso escatologico dell'invocazione "venga il tuo regno": durant'il Giubileo, l'Anno Santo del 2000, si sarebbe manifestat'il Messia per dispensar'una salvezza universale (in subordine: ci sarebbe stata una "parusia intermedia" ch'avrebbe garantit'un millennio di pace). Secondo le stime dei sociologi della religione, fra cui Introvigne, circa la metà dei battezzati aderì a tale attesa. Non capitò neanche quest'evento, però stavolta l'escamotage della dissonanza cognitiva risultò impraticabile e tra i fedeli cristiani, i seguaci del movimento mariano e pentecostale, s'innescò un'elaborazione del lutto non ancora conclusa, in alcuni un metaforico suicidio della propria religione, in altri un suicidio ben più alla lettera: se Dio non è andato alla montagna, c'è chi ha scelto d'andare comunque dal suo Dio. Mauro Lanari in condivisione con Orietta Anibaldi
Questo libro ha segnato una rivoluzione nella storia della psicologia cognitiva. La dissonanza cognitiva e' un meccanismo molto ben collaudato a livello individuale e collettivo, che usiamo in continuazione. E' molto frequente avere un pensiero dissonante con la realta' (fumo e so che il fumo fa male). Cosa si fa in questi casi? Come si risolve il dilemma? O si modifica la realta' (smetto di fumare) o si modifica il pensiero (il fumo non fa poi cosi' male). Se si sceglie la seconda opzione, spesso ci si prende in giro. E lo si fa con convinzione.
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