Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791): Quartetto in do maggiore per archi K.157; Quartetto in sol maggiore per archi K.156; Quartetto in re minore per archi K.173; Quartetto in fa maggiore per archi K.168
Partenze internazionali Wolfgang Amadeus Mozart deve essersi annoiato a morte nell’ambiente ovattato della piccola Salisburgo. Per fortuna, il suo ambizioso padre gli offrì spesso l’opportunità di esibirsi di fronte a pubblici molto più competenti e cosmopoliti. Più in particolare, nel corso di alcuni lunghi viaggi Leopold presentò il suo geniale figlio nei salotti e nelle corti più importanti d’Europa e il ragazzo seppe sfruttare nel modo migliore la lontananza dalla corte del principe-elettore della sua città, un uomo dai gusti irrimediabilmente limitati e superati, per assorbire gli stili più alla moda dell’epoca per inserirli nelle proprie opere. Nel corso dei suoi viaggi in Italia e nella capitale asburgica Mozart scrisse tra le altre cose i tredici quartetti per archi proposti in questa integrale curata dal Leipziger Streichquartett, che con questo disco raggiunge il secondo volume, per poi procedere verso la conclusione. Destinazioni invitanti In questi lavori è possibile percepire con chiarezza il grande piacere che Mozart provava ogni volta che aveva la possibilità di compiere sperimentazioni musicali. I due “Quartetti milanesi” K.156 e K.157 proposti in questo disco presentano alcuni elementi propri della sinfonia italiana, mentre i due “Quartetti viennesi” K.168 e K.173 dimostrano meglio di qualsiasi parola quanto fu produttiva per il diciassettenne Mozart la visita a quella che in quegli anni era l’indiscussa capitale musicale d’Europa. Gli due ultimi quartetti si chiudono entrambi con una fuga, che nella Vienna di quegli anni era considerata un elemento quasi imprescindibile. In ogni caso, se la composta fuga del Quartetto in re minore si chiude su una melodia dai tratti inconfondibilmente arcaici, quella del Quartetto in fa maggiore assume la forma di un finale travolgente, con vorticose serie di semicrome. Un sistema logico La logica stringente con cui il giovane Mozart utilizzò la scrittura imitativa come elemento ornamentale nel Quartetto in fa maggiore non può lasciare indifferente nessuno, un giudizio che può essere tranquillamente esteso anche al Minuetto, un movimento che in genere presentava connotati molto semplici. Nel movimento lento Mozart chiede espressamente a tutti gli strumenti di suonare sottovoce. Grazie alla scrittura contrappuntistica e ad alcuni altri elementi quanto mai apprezzabili, questo incantevole quartetto è pervaso da un’atmosfera molto originale. Un ascolto appassionante I membri del Leipziger Streichquartett eseguono queste deliziose gemme della prima fase della parabola creativa di Mozart con evidente gioia e palpabile piacere. Utilizzando una prassi esecutiva storicamente informata e archetti in uso nell’epoca in cui videro la luce le opere in programma, i quattro componenti del Leipziger Streichquartett ci offrono in questo disco una serie di gradevoli sorprese musicali. La loro esecuzione del tutto esente da vuote pastoie accademiche e da ogni forma di dogmatismo filologico è in grado di garantire uno straordinario piacere d’ascolto e anche una certa impazienza, visto che molti non vedono letteralmente l’ora che esca il terzo volume di questa integrale!
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