Benjamin Britten (1913-1976): Quartetto n. 1 in re maggiore per archi op. 25; Quartetto n. 2 in do maggiore per archi op. 36; Quartetto n. 3 per archi in si bemolle maggiore op. 94; Tre Divertimenti.
Henry Purcell (1659-1695): Fantasia in quattro parti n. 6 in fa maggiore Z737; Fantasia in quattro parti n. 7 in do minore Z738; Fantasia in quattro parti n. 8 in re minore Z739; Fantasia in quattro parti n. 9 in la minore Z740; Fantasia in quattro parti n. 10 in mi minore Z741.
Fondato nel 1998 presso il Pro Corda nel Suffolk, il Doric String Quartet si è aggiudicato nel corso della sua ventennale carriera un gran numero di riconoscimenti di grande prestigio e, in occasione dell’uscita di questo splendido disco, non ha mancato di sottolineare la grande importanza che riveste, in quanto basato sui quartetti di Benjamin Britten, vere e proprio pietre miliari del repertorio dell’ensemble inglese. «In questa interpretazione abbiamo cercato di individuare un approccio che non solo facesse emergere l’umanità che pervade queste opere, ma mettesse in luce anche l’importanza della distanza e della fragilità. Queste opere presentano contenuti intimi e molto personali, ma che assumono anche una portata universale, slegata da qualsiasi considerazione temporale. Un’altra caratteristica di questo disco è costituita dal fatto che la nostra violista Hélène Clément suona la viola un tempo appartenuta a Britten. Questo strumento – che ci è stato prestato dalla Britten-Pears Foundation – fu costruito nel 1843 dal celebre liutaio milanese Francesco Giussani. In precedenza questa viola era di proprietà del compositore inglese Frank Bridge, che nel 1939 lo diede a Britten come dono d’addio quando lui e Peter Pears partirono per gli Stati Uniti». A questo proposito, Hélène Clément ha aggiunto: «Credo che avere la possibilità di eseguire queste opere di Britten con lo stesso suono che il compositore aveva nelle orecchie quando le scrisse sia il più grande onore e la più grande gioia che potessi immaginare».
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