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Descrizione


Dopo aver arrestato un ladro, un agricoltore attende il treno per accompagnarlo al paese più vicino, insidiato, nel frattempo, dalla banda del fuorilegge.
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Dettagli

Three Ten to Yuma
Stati Uniti
1957
DVD
8013123414205

Informazioni aggiuntive

Columbia TriStar Home Entertainment, 2013
Eagle Pictures
88 min
Inglese (Dolby Digital 1.0 - mono);Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono);Francese (Dolby Digital 1.0 - mono);Tedesco (Dolby Digital 1.0 - mono);Spagnolo (Dolby Digital 1.0 - mono)
Arabo; Bulgaro; Ceco; Danese; Ebraico; Finlandese; Francese; Greco; Hindi; Inglese; Islandese; Italiano; Norvegese; Olandese; Polacco; Portoghese; Spagnolo; Svedese; Tedesco; Turco; Ungherese
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gvaglio
Recensioni: 5/5

Un classico del western girato alla fine degli anni '50, girato da uno specialista del genere, con ottimi attori e una famosa canzone di Frankie Laine a fare da colonna sonora.

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Michele Bettini
Recensioni: 3/5

Condivido l’opinione di Maurizio. La prima versione era solo una buona idea. Io lo andai a vedere solo perché ero attratto dalla canzone cantata da Francesco Paolo Lo Vecchio (in arte Frankie Lane, o Laine). A quel tempo si andava a vedere un film, anche solo per questo, perché non c’erano molte occasioni per riascoltare una colonna sonora di successo. E poi i nomi degli "interpreti erano generalmente più importanti della qualità del film. Le incongruenze erano molte. Glenn Ford non ci stava bene nei panni del delinquente e Van Heflin si esponeva oltre il verosimile. I seguaci del bandito estradato erano troppo violenti e non si preoccupavano affatto che il loro capo, proprio a causa loro, si poteva prendere l’ergastolo, ovvero rischiava di essere giustiziato sommariamente. La conversione del capofuorilegge, in favore di chi lo scorta, appariva gratuita, solo perché il bandito era convinto di poter godere di un processo, di non essere linciato e quindi di poter evadere subito dopo. Nessuno poteva fare affidamento su tale soluzione, soprattutto se i suoi seguaci lasciavano cadaveri per la strada. Meglio il remake, grazie all’introduzione di tutti i necessari dettagli. E’ molto evidente l’aggancio al treno alla musica di Tiomkin e ai personaggi vulnerabili di "Mezzogiorno di fuoco". Ovviamente quasi tutti si uniscono al branco, dicendo "bello, capolavoro", e talvolta "brutto", ma col timore di stare a bestemmiare, senza mai valutare se la storia è convincente e i personaggi possano riuscire verosimili. Sono gli stessi che hanno apprezzato, sempre per unirsi al branco, le assurdità di Sergio Leone.

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maurizio
Recensioni: 3/5

Questa versione originale è solo una buona idea, intewrpretata, in maniera zoppicante, con i mezzi e gli stilemi dell'epoca. Alla fine, la resa cinematografica non è assolutamente all'altezza dell'odierno remake. Qui abbiamo scenografie quasi posticce, un cast buono ma scombinato, con Heflin non adatto nella parte del buono e peggio ancora Ford in quella del cattivo. Praticamente nullo il contorno. Ottima solo la colonna sonora. Sconclusionato e buonista il finale. La versione odierna è tutta un'altra storia, con un maggiore approfondimento psicologico dei personaggi (anche se, a tratti, in chiave strappalacrime, dal figlio tubercolotico al bambino abbandonato futuro fuorilegge). Ma la storia è molto piu' realistica e movimentata (forse solo lo scontro iniziale è leggermente sopra le righe e inutilmente spettacolarizzato dalla Gatling) e il finale è all'altezza. Tornando all'originale del '57 merita comunque la visione anche per avere un punto di riferimento per apprezzare meglio quella fatta 50 anni dopo.

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Conosci l'autore

Van Heflin

1910, Walters, Oklahoma

Attore statunitense. Compie studi universitari e di recitazione in attesa di riuscire a trovare qualche ruolo a Broadway, dove comincia a lavorare con continuità dalla fine degli anni '20. La fortuna cinematografica lo attende nel 1936 grazie a K. Hepburn che lo impone nel cast di Una donna si ribella di M. Sandrich, in cui già esibisce piglio recitativo e doti drammatiche rifinite poi in altri otto film, prima della consacrazione nel 1941 con l'Oscar come attore non protagonista in Sorvegliato speciale di M. LeRoy. La sua maschera dalla chioma rossa e ribelle, i lineamenti irregolari, lo sguardo risoluto lo impongono nel dopoguerra in storie forti nelle quali profonde molto più della normale diligenza del caratterista, dando vita così a nitide figure come il pacifico agricoltore difeso dal...

Glenn Ford

1916, Sainte-Christine, Québec

Nome d'arte di Gwyllyn Samuel Newton F., attore statunitense di origine canadese. Recita in teatro in California e a Broadway, poi debutta nel cinema poco prima dell'entrata in guerra, segnalandosi in alcune pellicole drammatiche come Seduzione (1940) di C. Vidor e Così finisce la nostra notte (1941) di J. Cromwell. Nel 1946 viene scelto ancora da Vidor per formare un triangolo di odio e seduzione con la splendida R. Hayworth e G. MacReady in Gilda, film di culto che lancia la diva nell'immaginario erotico collettivo e F. nel ruolo di «duro», ma con un innato fondo di tenerezza e simpatia. Da questo momento la sua fama di attore non conosce declino, grazie alla padronanza di differenti registri espressivi che gli consente di interpretare i ruoli e i generi più svariati. Nel celebre noir di...

Felicia Farr

1932, Westchester County, New York

Attrice statunitense. Esordisce sui set di Hollywood nel poliziesco Un pugno di criminali (1955) di H.W. Koch e viene subito notata da D. Daves, che ne fa la protagonista dei suoi western L'ultima carovana (1956), Vento di terre lontane (1956) e Quel treno per Yuma (1957). In seguito seleziona le sue apparizioni, figurando solo in film di grandi registi, per lo più commedie, come Baciami stupido (1964) di B. Wilder, Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter (1971) del marito J. Lemmon (sposato nel 1962), Così è la vita (1986) di B. Edwards. Nel 1992 interpreta sé stessa in I protagonisti di R. Altman.

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