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Un film cult che è d'obbligo vedere. Rainer Fassbinder e Brad Davis, un abbinamento che porta questo film nella storia del cinema di tutti i tempi.
Cominciamo con la parte comica. Questo film, uscito nel 1982 per la regia di R.W. Fassbinder fu candidato al Razzie Award per la peggior colonna sonora. Per i cultori, gli autori delle musiche terribili furono Peer Raben e Jan Jankeie. In effetti, non avevano tutti i torti i miei amici del Razzie. Querelle, che va tradotto correttamente con "magnaccia" o "pappone", andrebbe visto nell'edizione originale, visto che in Italia fu cesoiato di brutto nella scene più scabrosa, quella della sodomia di Nono nei confronti di Querelle. Fu l'ultimo film di Fassbinder prima della sua morte per infarto indotto da overdose e Marcel Carné si battè strenuamente (fu l'unico) per fargli assegnare il Leone d'Oro a Venezia, che invece andò a Wim Wenders con "Lo stato delle cose". Cosa rimprovero al film? Che sia stato girato interamente in un teatro di posa, togliendo l'ambientazione cruda e realistica dell'originale romanzo di Jean Genet, quello sì un capolavoro, e con i dialoghi più assurdamente letterari nella storia del cinema, che niente hanno a che vedere con il mondo di ladri, prostitute e omosessuali descritto magistralmente, invece, dal maudit Genet. Se qualcuno volesse sentire ancora la canzone che Lysiane canta nel film, è la sigla del programma Amore Criminale (su Rai3): e non è per niente brutta.
Capolavoro assoluto. Non vedo cosa il tema dell'omosessualità abbia a che fare con il film....in realtà il regista, secondo me, approfondisce il tema dell'Inferno che sono le relazioni umane. Nessuno è al sicuro, nessuno è veramente puro....eistono prevaricazione, rammarico, delusione e giochi di potere. Ma soprattutto dipendenza e sottomissionel, volontaria o meno. Il tema viscerale e introspettivamente oscuro, n quanto è più che oscura la materia che tratta, è illuminato da un'arte e da uno stile luminoso e brillante.
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