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Anno edizione: 2017
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Libro che trasmette tanta serenità e ti lascia con un dolce sorriso. Quattro storie di quotidianità tra una nipotina e un nonno in un paesino ricolmo di natura. Storie che si svolgono con pacatezza e in un mondo fatto da piccoli grandi gesti che smorzano le asprezze e portano al sogno o alla fantasia. Le tinte pastello degli acquerelli di Nie Jun fanno risaltare questa delicata unione tra realtà e fiaba.
I Racconti dei Vicoletti è una raccolta di 4 racconti brevi, tutti ambientati nei vicoli di un paesino calmo e tranquillo, pieno di alberi, fiori, farfalle e qualche gattino, che sembra essere una realtà a sé, lontano dal caos delle città, ma anche dal tempo stesso. Al centro dei racconti troviamo una bambina disabile e il nonno che cerca di non farle mancare niente, ma soprattutto di non farla sentire diversa da tutti gli altri bambini, nonostante alcuni di loro la trattino male. Attenzione però! Il bullismo non è il tema di questo fumetto! Niente storie drammatiche, solo dei racconti slice of life, piccoli aneddoti di vita quotidiana, narrati con una delicatezza che trasmette tanta pace e tranquillità, e che ci ricorda l’importanza di godere delle piccole cose, ma soprattutto che la magia non esiste solo nei libri, ma anche nel canto di un grillo, nel sorriso di un amico o nell’abbraccio di un nonno. Se questo volume ha un difetto, è solo quello che dura troppo poco!
Un buon fumetto, storie semplici, molto belli gli ambienti, un po' infantili i personaggi. Una veste editoriale decisamente fuori misura (a quanto pare una strategia bao, mah!) per un fumetto di poco più di un centinaio di pagine cui si adattava meglio una rilegatura dimessa.
Recensioni
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Novità assoluta in casa Bao Publishing che lo scorso mese ha lanciato la sua nuova collana chiamata BAO, che in cinese significa Tesoro, dedicata per l’appunto interamente al fumetto cinese. Un raccolta che mira ad unire tutti i migliori lavori degli artisti cinesi mai arrivati in Italia, ad oggi sono disponibili due volumi: I racconti dei vicoletti di Nie Jun e Reverie di Galo Zhao.
“Questa nuova collana è per BAO una sfida speciale e stimolante: lavorare con i traduttori dal cinese, interpretare la realtà di un paese del quale si sa, in realtà, culturalmente ancora poco, ma che cela una ricchezza, umana e narrativa, immensa e da scoprire, è la ragione che ci ha spinti a iniziare questo percorso.”
Ho avuto la fortuna di leggerli entrambi ma oggi vi parlerò in particolar modo de I racconti dei vicoletti. Come si può intuire già dal titolo questa graphic è composta da diversi racconti ambientanti nei vicoletti di un piccolo paesino della Cina, tutti incentrati su una bambina Yu’er e su suo nonno. Yu’er (pesce bimba) ha una malformazione congenita alle gambe che purtroppo le impedisce di camminare, il suo più grande sogno però è nuotare a livello agonistico. Il suo dolce nonno sarà il suo choac ma non solo, sarà un prezioso maestro di vita che le insegnerà a non arrendersi mai, nemmeno di fronte alla vita stessa. Questo è il racconto intitolato Il sogno di Yu’er, nel secondo, Il paradiso degli insetti, la piccola Yu’er conosce un grassoccio e sbadato bambino mai visto prima; Doubao, che l’aiuta a difendere una farfalla in difficoltà. Tra i due si instaura fin da subito un rapporto di complicità, come se si fossero già incontrati in passato, dopo quella giornata la piccola non rivedrà più il suo nuovo amico, o almeno così crede. Il terzo racconto La lettera, è il più commovente di tutti. Di fronte a una vecchia cassetta delle lettere il nonno ricorda la sua giovinezza di postino, e del giorno in cui grazie al suo lavoro conobbe il grande amore della sua vita, la nonna di Yu’er. Purtroppo le due non si sono mai incontrate, così Yu’er decide di scriverle una lettera e di imbucarla nella vecchia cassetta, il nonno veste per l’ultima volta i vecchi panni da postino, e per fortuna conosce ancora a memoria l’indirizzo della dolce ragazza. L’ultimo, Vecchi bambini, al contrario è il più spassoso. Nonostante l’età il nonno di Yu’er non ha mai smesso di incantare gli abitanti del vicoletto con le sue storie, scatenando però le ire e le invidie del vecchio Zucca. Come due vecchi bambini i due affrontano una volta per tutte la rivalità che si portano dietro dall’infanzia.
Nie Jun è un fumettista cinese noto in Oriente per le serie Diu Diu e My Street (arrivata in Italia nel 2006 grazie a 001 Edizioni) Nato nel 1975, studia illustrazione all’Accademia di Belle Arti e si specializza in Fumetto. Nel 2000 ottiene un importante riconoscimento, la medaglia di platino al concorso internazionale AGFA nella sezione “Young Designer”.
I racconti dei vicoletti hanno la straordinaria capacità di immergere il lettore in un mondo e in una cultura sconociutae lo fa con un’estrema dolcezza anche semplicemente nei tratti del disegno. Yu’er e il nonno entrano a far parte della nostra vita e della nostra famiglia, separarsi da loro è veramente una sofferenza, arrivare alla fine del terzo racconto e capire che non ce ne sarà un altro spezza il cuore. In punta di piedi l’autore ci fa entrare nella vita di questo vicoletto, ci fa innamorare dei suoi dettagli, della gente e di quell’aria di casa che si respira. Non sono assulutamente un’esperta di fumetto cinese, anzi, mi trovo abbastanza impreparata, ma non servono grandi studi per apprezzare quest’opera, per apprezzare la bellezza delle piccole cose che ci circondano ogni giorno. Vi siete mai soffermati ad ascoltare il concerto degli insetti? Grilli, farfalle, mosche, api, diventano tra queste pagine concertisti capaci di risvegliare lo stupore e la meraviglia. Questo fa questa graphic, vi prende dalla noia e dal grigiore di una giornata storta per trasportavi ad assaporare un’aria nuova, che inspiegabilmente profuma di casa e di ricordi. Le quattro storie si incastrano perfettamente tra loro, a metà tra il sogno e la realtà, dove il tempo e lo spazio sono solo dei limiti inutili di cui è meglio non curarsi.
Le tavole sono una più bella dell’altra, i colori limpidi e il tratto quasi abbozzato sono un vero piacere per gli occhi, la ciliegina sulla torta di un’opera che merita un posto sulla libreria di tutti.
Recensione di Francesca Magni
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