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L'idea non era malvagia, è la scelta dei testi a essere discutibile. Con tutta la sterminata letteratura su Parigi, Augias va a ripescare una delle pagine più insulse mai scritte da Proust, che ne ha scritte pochissime. E sì che sarebbe bastato affidarsi alla Recherche per parlare anche del 17e arrondissement, invece di riproporre le toilettes delle nobili convenute a Versailles fino a farci smandibolare dagli sbadigli. o per fargli descrivere Auteuil, dove Proust era nato, piuttosto che affidare il compito ad Apollinaire (a proposito: segnalo ad Augias la nuova traduzione del "Flâneur de deus rives", molto migliore dell'altra a partire dal titolo). Censurabile anche la scelta di Perec: autore geniale, ma inserire il "Tentativo" così, fuori contesto, in un'antologia del genere non può che lasciare perplesso chi non lo conosce; molto meglio sarebbe stato servirsi di "Je me souviens", che pullula di bellissimi ricordi su Parigi. Scioccherelli anzichenò gli abstracts di Sue e di Ponson du Terrail, niente di più che sceneggiatori di polpettoni d'antan. Lo stesso Zola ha scritto di meglio, sulla ville lumière: il ventre di Parigi è una sua idea, dopotutto, ma forse andarsi a cercare i riferimenti nei Rougon-Macquart sarebbe stato troppo lungo. Ma dove sono Baudelaire e il suo spleen di Parigi? Queneau con Zazie? E la Belleville di Pennac? E le feroci critiche di Flaubert? E Dumas, Huysmans, Aragon, Gautier, Leiris? E se vogliamo buttarla sulla parità di genere, non sarebbe stato molto meglio ricordare la Montparnasse della de Beauvoir o la Saint-Germain della Duras piuttosto che quel guazzabuglio senza capo né coda della Stein? In definitiva, il libro si segnala più per gli assenti che per i presenti. Ma va riconosciuto all'autore il merito di essersi ricordato del divertente Boris Vian e di essersi (speriamo volutamente) dimenticato di Céline. Insomma, sempre lì siamo: Augias continua a giocare all'intellettuale, ma quant'acqua ha da passare sotto i ponti della Senna...
Una pura operazione commerciale. Niente di nuovo o che valga riscoprire. Pezzi di vari autori, nemmeno particolarmente significativi (i pezzi).
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