Questa è la storia di un'amicizia, ma è anche la storia di un dolore. Ha per protagonista una famiglia e un cane, temporaneamente affidato loro, di nome Rex. Il cucciolo diviene subito il protagonista di casa: oggetto di coccole, giochi e attenzioni da parte dei due figli, ma anche di fastidio, bisticci e assurde rivalità da parte dei genitori. Al centro di tutto è la diversa concezione dell'animale domestico che, se per i piccoli rappresenta un compagno di avventure e un amico fidato, per gli adulti diventa invece un trofeo da sfoggiare, nonché una peste da sottomettere e addomesticare. Il tutto sembra precipitare quando l'animale viene sottoposto ad un intervento estetico inutilmente crudele, solo per conferirgli un aspetto più virile. Rex, da quel momento, sente, e a ragione, di essere stato tradito, di non potersi più fidare di quegli umani, e in special modo degli adulti che credeva ormai di conoscere. Diventa rissoso, non è più se stesso, e come sempre accade, la colpa di tutto questo ricade, non sulle scelte scellerate di chi tratta gli animali alla stregua di oggetti senza importanza, ma su chi non può fare altro se non subire. Il racconto è breve ma intenso. Racchiude in poche pagine tante emozioni e messaggi importanti. La morale finale non è espressa chiaramente, ma questo non è necessariamente un difetto, in quanto la poca empatia dimostrata nei confronti di Rex è così palese, da non aver bisogno di parole.
