Romanzo naturale

C'e' un solo tempo in cui la vita e' anarchia vera: l'infanzia. Tutto cio' che viene dopo ha inevitabilmente a che fare con una tale gabbia di forme, obbedienze e doveri, quel puzzo marcio di societa' cortese che e' impossibile da scansare. Ma salvare negli anni quel vento originario, quella dolce immatura incoscienza forse non e' opera vuota. Basta una teologia del banale e tutto puo' tornare a quei fasti; osservare, trascrivere, gettare l'occhio sul trasandato, sulle piu' folli inconsistenze umane, su oggetti di terz'ordine, su particolari senza presa, e andarci a fondo con anima scanzonata, irriverente, fino a comporre un canto di nostalgia quanto piu' degno e fedele a quelle lontananze: "Per una storia naturale dei gabinetti", ad esempio, non male come impresa di studio. E anche se di mezzo passano una separazione con la moglie e un giardiniere pazzo, l'intento non muta, ormai e' quella la vera salvezza, colmare i fori della curiosita' per inverso, cioe' attraverso un lento sgretolio delle cose, un deporre i libri letti, uno smontare le assi della certezza, per giungere alla radice di una vera innocenza "dove tutto e' semplice come un abbecedario". Perdersi in tante trame e farne un cesto di verita' sensibili, rovesciare il mondo del dubbio, riprendersi quella magia. Bellissimo!

Romanzo che inizia in modo molto promettente, ma che poi si perde per strada per finire ancor peggio. Il voto 3/5 e' di...stima per Gospodinov, di cui mi piacerebbe leggere il suo capolavoro (almeno cosi' me l'hanno definito allo stand della Voland al Salone del Libro) "Fisica della malinconia" e non e' detto che non lo faccia. Detto questo, di Romanzo naturale mi resteranno alcune esilaranti osservazioni sulle toilettes e sulle mosche, le elucubrazioni del giardiniere, la saggezza di alcuni detti dei parenti dell'autore e la malinconica figura dell'alter ego-barbone di Gospodinov seduto sulla mitica sedia a dondolo accanto ai bidoni della spazzatura.

scrittura interessante, però i capitoli spesso slegati tra loro rendono l'opera frammentaria e un po' confusa. sembra piuttosto un insieme di racconti, alcuni anche evocativi.