I cortigiani,omini con “diverse anime” che in cambio di benevolenza “ripagano il Monarca con la condiscendenza, l’assiduità, l’adulazione, la vigliaccheria”, immolando “in suo nome onore, onestà, amor proprio, pudore e rimorsi”. “Un buon cortigiano non deve mai avere un’opinione personale ma solamente quella del padrone…Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone…deve tenere ben presente che l’uomo che sta al comando non ha mai torto…" “ La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone… Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna istillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano.” La capacità di dissimulazione è poi la caratteristica principale del vero cortigiano!" E’ necessario che egli sappia costantemente neutralizzare i rivali con atteggiamenti amichevoli, mostrare un viso disponibile, affettuoso a coloro che più detesta, abbracciare teneramente il nemico che vorrebbe strozzare; infine bisogna che anche le bugie più spudorate siano imperscrutabili sul suo volto”. E tanto per chiarire che la piramide gerarchica può riservare qualche spazio di legittima rivalsa “ deve mostrarsi arrogante soltanto con chi non gli serve a niente” ma, saggiamente, nelle relazioni sociali “ deve conoscere a memoria il prezzo di tutti quelli che incontra, deve salutare con reverenza la cameriera di una dama in auge, chiacchierare amichevolmente con il portiere o il valletto del ministro, accarezzare il cane dell’alto funzionario, inoltre non gli è permesso di distrarsi un attimo, la vita del cortigiano è un perpetuo impegno.” Guai, quindi, ai “mortali affetti da una rigidità di spirito, un difetto di elasticità nei lombi, una mancanza di flessibilità nella cervicale; quest’infelice funzionamento impedisce loro di perfezionarsi nell’arte di strisciare e li rende incapaci di fare carriera a Corte…" "La Corte non è per niente adatta a quei personaggi alteri, tutti d’un pezzo, incapaci di cedere a capricci, di assecondare fantasmi e nemmeno, se necessario, approvare o favorire crimini che il potere giudica necessari al benessere dello Stato.” Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.Imperdibile.
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"Un buon cortigiano non deve mai avere un opinione personale, ma solamente quella del padrone o del ministro... Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone... deve tenere ben presente che il Sovrano e più in generale l'uomo che sta al comando non ha mai torto. [...] La nobile arte del cortigiano, l'oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone... Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E devoto? Bisogna diventarlo o fare l'ipocrita. È di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano."
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
In commercio dal:
29 ottobre 2009
Pagine:
26 p., Brossura
EAN:
9788870187540
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MICHELE LAGANO 23 dicembre 2010