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                            Anno edizione: 2013
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2014
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2013
                        
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Un Romanzo notevole. Un'opera. Leggetelo. Potrà ferirvi, angustiarvi, lacerarvi. O bruciarvi come il sale in una ferita. Ma ma mai potrete dire che sia "brutto"!
Era tanto che non leggevo un romanzo così bello, così fluido nella scrittura e ricco nel contenuto. In un solo giorno, il giorno in cui l'anziana madre Louise invita a cena i suoi tre figli, si racconta la vita di questa contorta famiglia attraverso le parole dei singoli personaggi. Costante è la presenza di Armand, il papà scomparso, il suo condizionare fortemente la vita della moglie e dei suoi figli. A fare da sottofondo il mare. Ed i personaggi vivono nelle pagine del libro e ti restano attaccati addosso, proprio come il sale.
Un romanzo perfetto. Uno dei giovani autori più interessanti della sua generazione. Da non perdere di vista.
Recensioni
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Il sale di Jean-Baptiste Del Amo è il libro che ha vinto Modus Legendi 2018 e che ho comprato, incuriosita, per questo motivo.
 Due parole sulla trama. Tutto si svolge nell’arco di una giornata: Louise, madre vedova invita i tre figli alla cena di famiglia. Ognuno si prepara a proprio modo. Tutti però indistintamente hanno momenti di introspezione, attraverso il ricordo della propria infanzia e ciò che li ha portati fuori casa. Ognuno di loro (Jonas, Albin, Fanny) è il risultato della reazione a una infanzia dominata da un padre violento (Armand) e una madre (Louise) che sbaglia, aspetta, chiude gli occhi e subisce. I figli, appena hanno potuto, si sono allontanati fisicamente dalla famiglia, senza prendere altresì la necessaria distanza mentale dal padre e/o dalla madre, senza darsi una possibilità.
 Non entro nel merito del singolo personaggio, perché ciascuno è protagonista e la loro storia è il cuore del libro. Non potrei raccontare senza fare spoiler e togliere il gusto della lettura.
 Trattasi comunque di una famiglia disfunzionale, individui ammaccati e forse rotti che non trovano il coraggio di fare il punto e confrontarsi, se non alla fine, con la famiglia e andare oltre. E continuano a perdere chi sta intorno a loro, ferire e farsi ferire da chi li circonda, ripetere errori di chi è venuto prima di loro.
 Un romanzo sulle relazioni familiari. Tocca temi come la morte, la memoria, la malattia, la sessualità, la sofferenza, l’identità, in modo non superficiale, personale, profondo, affrontando le varie tematiche da diverse angolazioni, intessendole poi tra loro, dando loro sostanza.
 Il sale fa capolino tra le righe, nei racconti di ciascun personaggio, con accezioni diverse. Sullo sfondo, prepotente, il mare, e la città di Sete.
 Scritto bene, nulla da dire. Scrittura densa, accattivante, personaggi ben caratterizzati, reali che diventano via via familiari e finiamo per comprendere, ciascuno nel proprio percorso. Ma – santi numi – possibile che nessuno si salvi da solo? Il destino di ciascuno è davvero segnato e dettato dalle origini? Non è davvero possibile cambiare, dimenticare, perdonare, riscattarsi?
 Ne consiglio la lettura nonostante alcuni passaggi mi abbiano lasciato un profondo malessere.
 Questo libro è per chi è saldo sulle proprie gambe, per chi ha chiuso i conti con il passato, per chi crede nel detto “La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare.” (Karen Blixen)
Recensione di Patrizia Carrozza
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