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ottima prova d'autore della famiglia milani-cortellesi,il tema e la sceneggiatura sono attuali e il film gira scorrevole sulla bravura di un ottimo cast, anche raul bova, forse trascinato dalla sempre pimpante cortellesi ,è meno statico del solito. rilassante , da vedere
Bel film, simpatico e bravissimi gli attori.
La trama di "Scusate se esisto!" è abbondantemente già vista. Dalla serie Remington Steele alla commedia Funny Money, per citare solo 2 titoli a cavallo fra tv e cinema. Ma il team di sceneggiatori, che comprende la bravissima Paola Cortellesi, Giulia Calenda e Ivan Cotroneo, l'adatta con intelligenza alla realtà italiana, creando anche un perfetto contraltare al personaggio di Serena: Michela, la "donna ombra" del boss (Ennio Fantastichini) interpretata con dolente ironia dalla sempre affidabile Lunetta Savino. Fin qui siamo nell'ambito del gioiellino comico con attinenza alla realtà e battute gustose. Poi però alla trama, già di per sé ricca e complessa, si aggiunge una sottotrama che riguarda il personaggio di Francesco. Di questa sottotrama non c'era alcun bisogno e purtroppo trascina il film in 2 direzioni assai nocive per la sua riuscita: lo "sbraco" farsesco e la riduzione a macchietta di un personaggio, Francesco, fino a quel momento riconoscibile e dignitoso. Sia chiaro: non è il tema dell'omosessualità in sé a decretare questa deriva, ma il modo banale e già visto in cui è trattato. Si nota sulla sceneggiatura la presenza di Cotroneo, autore di prim'ordine ma anche di incontenibile esuberanza: gradualmente la sua influenza si allarga fino a trasformare il film, le cui cifre stilistiche sono la misura e il realismo in un episodio di Tutti pazzi per amore. "Scusate se esisto!" poteva essere riuscitissimo e invece perde centro e direzione, quando sarebbe stato necessario, rimanere saldamente sul pezzo e fidarsi del ritmo comico insito nella storia principale. Quel che è più amaramente ironico è che mette (genialmente) in ridicolo un paese molto più avanti delle sue istituzioni, e tuttavia dimostra scarsa fiducia nella capacità del pubblico di quello stesso paese di riconoscere e amare una commedia veramente innovativa.
Recensioni
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