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un libro lieve come lieve è sempre stato il suo protagonista. ricordi sparsi di una lunga vita raccontati in vecchiaia ad un amico ammirato e adorante. leggerezza e un po' di malinconia, perché il mondo di poli non esiste praticamente più e il suo passato è un passato comune a quello di tanti altri suoi contemporanei e tuttavia molto diverso, per la sua peculiarità di uomo e di attore, sempre originale e mai scontato. chapeau quindi al grande attore e all'uomo simpatico e ironico, toscano irriverente e signorile.
L'artista ha il fiuto del marketing; tratta bene le donne anziane, mature e sfiorite, le uniche che affollano i suoi spettacoli con grande fedeltà. Di Anna Magnani un ricordo: " Sono una donna colta, non la fioraia dei film del nerorealismo",gli disse . Nannarella una volta a fine spettacolo si alzò per applaudire Paolo Poli, omaggiandolo con la sua maniera icastica e impertinente: "Quanto so' bravi 'sti froci". Viene ricordata l'amicizia con Zeffirelli , che non va a trovare ("sono vecchio per viaggiare"). Pino Strabioli è il cantore dell'amico: ne è soggiogato, oltre che ammirato. Paolo Poli, da gran signore, ha pagato sempre il conto delle giornate trascorse al ristorante, sempre alle dodici in punto, orario fisso dei suoi pranzi. Nel libro affiora anche il gossip; di Cino Tortorella, celebre Mago Zurlì, Paolo Poli rivela: "trombava ogni pomeriggio con tre o quattro mamme annoiate dei suoi piccoli ammiratori". La concezione dell'omosessualità è quella di una "diversità" vissuta senza contraddizioni e tollerata dalla società . Addirittura durante una marcia fascista, un giovanissimo Paolo Poli, stanco, fu portato in braccio dal bello delle "Camicie Nere", che lo baciò in bocca dicendogli: sembri Alida Valli. Dei giovani attori Paolo Poli ammira "quel ricciolone" di Riccardo Scamarcio e "quel ricciolino" di Elio Germano . Del cinema di Ozpetek, un giudizio tranchant :"ha troppi personaggi "froci", due in un solo film sono già troppi". Il titolo si riferisce a un omaggio floreale (tulipani) fattogli da Strabioli dopo un suo spettacolo. Paolo Poli sbuffò: "Sempre fiori, mai un fioraio". La lettura è piacevole, lieve, anche se malinconica. ROMOLO RICAPITO
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