Senso

"Mi piaceva in quell'uomo la sua stessa viltà...anzi la perfetta virtù mi sarebbe parsa scipita e sprezzabile al paragone dei suoi vizi;la sua mancanza di fede, di onestà, di delicatezza, di ritegno, mi sembrava il segno di una vigorìa arcana ma potente, sotto alla quale ero lieta, ero orgogliosa di piegarmi da schiava. Quanto più il suo cuore appariva basso, tanto più il suo corpo splendeva bello." Difficile credere che questa memorabile descrizione di un bello, vile e bugiardo, sia stata scritta nell'800. E invece è proprio così. Una contessa trentina rievoca un suo amore giovanile per un soldato dell'esercito austroungarico assai più interessato alla bella vita e alle gonnelle che alla vita militare. Quando scoprirà di essere stata usata ed ingannata dal tenentino, la sua vendetta sarà spietata. Concordo solo in parte con il critico che ha definito questo libro il più bel racconto italiano del secondo 800;per me è il più bel racconto italiano di sempre.