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Recensioni La settima lapide

La settima lapide di Igor De Amicis
Recensioni: 5/5
Un cimitero fuori Napoli, sette fosse scavate nel terreno. Per ciascuna, una lapide con nomi e cognomi incisi sulla pietra. Ma soltanto la prima tomba è “occupata”: dal corpo di un piccolo boss della camorra, con la gola tagliata di netto. Le altre sei sono vuote, un avvertimento. Di più, una promessa. Tra i destinatari della macabra messinscena ci sono mezze tacche e capiclan, narcotrafficanti e assassini, secondo una logica che la polizia non riesce a interpretare. L’ultimo nome è quello di Michele Vigilante, un uomo che è diventato leggenda facendosi rispettare prima in strada, con la lingua della violenza, e poi in carcere, con la lingua dell’onore. Si è fatto più di vent’anni dietro le sbarre e, proprio adesso che ha ottenuto la libertà anticipata e con il crimine vorrebbe aver chiuso, una condanna ben peggiore sembra aspettarlo fuori. Ma non è un caso se un tempo Michele era conosciuto con il soprannome di “Tiradritto”: non si è mai fermato davanti a niente e non lo farà neanche questa volta, nella terribile caccia all’uomo che è destinata a pareggiare molti conti. «Igor De Amicis guarda il Male negli occhi ogni giorno, e nel suo romanzo d’esordio ce ne restituisce l’oscura potenza. Un thriller che ha il sapore della verità e non fa sconti a nessuno». - Sandrone Dazieri «Un romanzo intenso, veloce, molto violento, che ha il pregio di non attirare alcuna simpatia verso la violenza» - Ida Bozzi, la Lettura - Corriere della Sera «La settima lapide rimane dentro il lettore a mesi o anni di distanza. De Amicis si è visto passare davanti agli occhi centinaia di prigionieri con le loro storie terribili, e ha dovuto gestirne la convivenza con agenti che vivono la prigione quanto e più dei detenuti. Tutto questo è sedimentato nelle sue pagine.» - tuttolibri - la Stampa )
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