Shadows. Songs of Nat King Cole

Shadows - Songs of Nat King Cole, è un’idea che Hugh Coltman ha accarezzato per lungo tempo.
Fu a 19 anni che Hugh Coltman fece per la prima volta parte di un gruppo musicale. The Hoax - quello il nome della band - ebbero a supporto Mike Vernon, produttore “leggendario” di Bowie, Eric Clapton, John Mayall, e molti altri. Dopo sette anni, quattro album, oltre mille concerti e un successo non disprezzabile della band, Hugh Coltman decise di voltare pagina. Si trasferì a Parigi. Furono anni di molte esperienze e tanta gavetta. Poi nel 2008 con Universal “Stories from the safe house”. Concerti e l’attenzione dei media confermano la qualità del suo primo album solo. “Zero Killed”, pubblicato nell’ottobre 2011, conferma le doti del vocalist ma va molto oltre e si concentra su ciò che è davvero il grande amore di Hugh Coltman: la melodia.
Per anni Coltman ha accarezzato l’idea di registrare il “Suo” Cole Porter. Voleva mostrare i lati più in ombra (da cui appunto il titolo ”Shadows”) del grande vocalist: la sofferenza quotidiana dell’artista di colore negli Stati Uniti della segregazione razziale. E questo attraverso una sensibilità molto particolare per la musica nera e il blues e grazie anche ad una voce che mette in luce la tensione “sotto pelle”, il disgusto, la difficoltà del quotidiano.
“Shadows” è un album di un vocalist di gran classe, di un artista ormai maturo.