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Anno 1906, età giolittiana[1]: il barone Ottone Spinelli degli Ulivi, detto Zazà, nonostante la sua nobile ascendenza, è sempre al verde, a causa di una vita dissoluta passata dietro le quinte dei teatri a corteggiare le soubrette. Nonostante l'indigenza economica, l'uomo continua a intrattenere una vita da nobile, vivendo in un albergo e servito dal fedele Battista. Incalzato da un creditore insoluto, tale Bernasconi, viene denunciato perché ha falsificato la garanzia su una cambiale in scadenza e ovviamente scoperta. Messo alle strette, Zazà decide con riluttanza di accettare il consiglio di Battista, ossia chiedere un prestito al fratello Pio degli Ulivi, titolare di una sartoria frequentata principalmente da prelati e suore.
Signori si nasce ed io,modestamente,lo nacqui....- Sa perche noi baroni siamo bravi a biliardo ? perche' abbiamo dimestichezza con le palle( allusione allo stemma baronale che contiene delle sfere)... queste alcune fulminanti non sense,del Toto' della maturita',quando abbandonando la comicita' fisica e disarticolata degli inizi,complice anche una progressiva cecita',si specializza nel distruggere le regole grammaticali ed i significati delle parole.Le scompone ,le riaggrega con un significato diverso,spiazzante ( che ci fa alle donne,le spoglia.... spogliatoio ! presente in "Toto' truffa 62).Ebbene rileggendo le critiche dell'epoca,e' avvilente notare come,salvo rarissimi casi, i cd critici, gli demolissero simili giochi di parole,simili magie verbali , incuranti dello scopo provocatorio di siffatti capolavori .Peppino,complice e deuteragonista col Principe era ,insieme ad Aldo Fabbrizi uno dei pochi veri amici nel settore del cinema,che frequentasse casa De Curtis.... ed in realta', l'affiatamento,l'amicizia,il rispetto professionale traspare tutto.
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