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I soliti ignoti
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I soliti ignoti di Mario Monicelli - DVD
I soliti ignoti di Mario Monicelli - DVD - 2
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I soliti ignoti
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Descrizione


Cinque ladri in erba hanno una soffiata per un colpo sicuro: svaligiare la cassaforte del Monte di Pietà. La preparazione del colpo è molto minuziosa e per aprire la cassaforte prendono lezioni da uno scassinatore in pensione, Dante. I quattro penetrano nell'edificio ma, anziché nella stanza della cassaforte, finiscono nella cucina, dove si consolano con pasta e ceci.
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Dettagli

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Premi

    1959 - Nastro d'Argento - Miglior attore - Gassman Vittorio

Informazioni aggiuntive

Cristaldi Film, 2008
Mustang
101 min
Italiano (Dolby Digital 5.1)
Inglese; Italiano per non udenti
Full screen
foto; interviste; commento testuale

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Gostvraiter
Recensioni: 5/5

«I soliti ignoti» è un film che ha un ruolo di enorme rilievo nella storia del nostro cinema, essendo il capostipite della commedia all’italiana. Racconta l’esilarante storia di cinque poveracci che organizzano un furto al Monte di Pietà, e per realizzare un colpo «scientifico» prendono lezioni da uno specialista dello scasso. È il 1958, e Mario Monicelli ha la grandiosa intuizione di affidare a Vittorio Gassman, fino a quel momento apprezzato attore drammatico, un ruolo comico; proprio grazie al “Peppe er Pantera” de «I soliti ignoti» la carriera di Gassman avrà una svolta decisiva. Naturalmente il film vive anche sulla bravura degli altri interpreti, tutti capaci di caratterizzazioni memorabili: Marcello Mastroianni è lo stordito aspirante mariuolo Tiberio Braschi, Carlo Pisacane è lo scalcagnato Capannelle dalla fame atavica, Totò è l’inarrivabile “professore” Dante Cruciani, specializzato in casseforti… E poi c’è la divina Claudia Cardinale, ventenne e alla sua prima pellicola italiana. Dopo oltre sessant’anni, «I soliti ignoti» resta un classico da scoprire o da riscoprire per il suo tono picaresco, per le gag ancora gustosissime, e per la regia ricca di verve che esalta l’eccellente sceneggiatura firmata dallo stesso Monicelli insieme ad Age, Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico.

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Gianni Verraci
Recensioni: 5/5

on questa pellicola di Monicelli, la critica e la storiografia del cinema italiano sanciscono l'esordio ufficiale di un nuovo genere cinematografico, in seguito ribattezzato Commedia all'italiana,[10] che si accompagnerà al neorealismo, al filone storico mitologico peplum e lo spaghetti-western, consacrando il cinema italiano del dopoguerra. Con I soliti ignoti nasce in Italia un nuovo tipo di commedia comica che abbandona i canoni consueti,[11] ispirati alla tradizione dell'avanspettacolo, del varietà o del Cafè Chantant, e che ereditando il testimone del neorealismo, ha per tema la quotidianità, la gente comune, con precisi riferimenti sociali nei quali il pubblico può riconoscersi.

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Ernesto
Recensioni: 5/5

Domando scusa, ma meglio essere precisi. Capannelle era andato in cucina, non in bagno.

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Mario Monicelli

1915, Viareggio, Lucca

Regista italiano. Dopo aver realizzato nel 1935, con il cugino Alberto Mondadori, un mediometraggio (I ragazzi della via Paal) ed essere stato aiuto-regista e sceneggiatore, affronta la regia nel 1949, dirigendo con Steno otto film di prevalente intonazione comica e con un eccellente Totò (tra cui Vita da cani, 1950, e Guardie e ladri, 1951). Dal 1954 lavora da solo (Proibito, melodramma sociale da un romanzo di G. Deledda), alternando film drammatici a film comici, quasi sempre legati a temi di critica sociale. Dopo Totò e Carolina (1955), dirige la coppia A. Sordi-F. Valeri nel satirico Un eroe dei nostri tempi (1955), lancia E. Martinelli nella commedia rosa Donatella (1956) e anticipa la commedia all'italiana, rivelando le doti comiche di V. Gassman con I soliti ignoti (1958). Leone d'oro...

Vittorio Gassman

1922, Genova

"Attore e regista italiano. Nell'infanzia trascorsa tra Genova, Palmi e poi (definitivamente) a Roma, al seguito del padre ingegnere edile tedesco, già preannuncia un temperamento artistico esuberante e mercuriale. Allievo dell'Accademia d'arte drammatica, si impone come uno dei più dotati attori della propria generazione, in grado di affrontare sia i ruoli del repertorio classico (Amleto, Otello, Adelchi, Oreste) sia quelli del teatro moderno (Un tram che si chiama desiderio), lavorando con le compagnie più prestigiose e sotto i registi più importanti (in particolare L. Squarzina e L. Visconti). Nel 1954-55 fonda una propria compagnia, conservando sempre il gusto per la provocazione (da Kean, genio e sregolatezza, 1955, di Dumas padre, a Affabulazione, 1977, di Pasolini, fino a Ulisse e la...

Marcello Mastroianni

1924, Fontana Liri, Frosinone

"Attore italiano. Si accosta al teatro ancora da studente e nel 1948 è notato da L. Visconti, che lo vuole protagonista dell'allestimento di Un tram chiamato desiderio, da T. Williams, e di diversi ulteriori lavori, preminenti rispetto agli esordi cinematografici cominciati con la piccola parte di un rivoluzionario in I miserabili (1947) di R. Freda. I ruoli immediatamente successivi lo vedono giovanotto seducente e gentile (Una domenica d'agosto, 1950; Le ragazze di piazza di Spagna, 1952, entrambi di L. Emmer) in attesa di tarare una promettente caratura drammatica con C. Lizzani in Cronache di poveri amanti (1953) e con L. Visconti in Le notti bianche (1957), da F. Dostoevskij, in cui dà vita a uno dei più struggenti eroi malinconici del grande scrittore russo prestati...

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