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La voce narrante di questo romanzo è Teseo, uno stimato traduttore vagamente depresso. Uno spiraglio di luce arriva un giorno dal buio di una cella: la direttrice del carcere e il suo editore vorrebbero assicurarsi le memorie di un anziano ergastolano in procinto di uscire, ex bibliotecario dal passato fitto di segreti. E per farlo hanno bisogno dell'aiuto di Teseo perchè non basta un semplice ghostwriter, ci vuole un traduttore: qualcuno in grado di tradurre non solo le parole ma anche le emozioni più intime, i silenzi, le contraddizioni. La figura del maturo protagonista cela un segreto ed un passato complicato, cela una storia da raccontare e da comprendere. In questo romanzo si avverte l'intento dell'autore di sondare in maniera più decisa l'aspetto psicologico rispetto a quello storico. Il romanzo si propone inoltre di intrecciare due piani temporali e due anime, una di ieri ed una di oggi, un uomo protagonista di un'intervista ed uno scrittore che vuole conoscere un uomo e scrivere di lui. Da qui nascono due storie, due sentieri di vita. Purtroppo l'approfondimento storico è piuttosto scarso e la narrazione a tratti appare lenta. Una sufficienza per questo romanzo che poteva essere sviluppato un modo migliore.
Mi aspettavo di più quando ho comprato il libro, autore italiano, racconto un po diverso dal solito.... ma sono rimasto deluso. Si fa fatica a finirlo, la storia in se potrebbe essere intrigante, ma non c'è spessore. I personaggi nonostante l'impegno e i loro accaduti non riescono a coinvolgerti non hanno colore, profondità; ci sono scrittori che su due personaggi che passeggiano in un viale ti riempiono mezzo romanzo e ti tengono attaccati alle pagine mentre il romanzo di Molesini sembra quasi la cronaca raccontata da un giornalista, con qualche frase ad effetto, qualche aforisma forse usati un po troppo spesso per arricchire. E poi la frase " Ero un uomo libero e la libertà mi ha devastato", ma cosa vuol dire, di quale libertà parla, non bastano queste frasi ad effetto buttate lì così per fare un bel racconto. La mia è un opinione personale di lettore, ma non mi ha lasciato nulla, non vedevo l'ora di finirlo.
La solitudine dell’assassino, ultimo lavoro di Andrea Molesini, narra dell’incontro fra il traduttore e scrittore Luca Rainer e l’ergastolano Carlo Malaguti, incontro voluto dall’editore affinché il suo autore scriva una biografia di quest’uomo, ormai vecchio, che dopo aver trascorso dietro le sbarre venti anni della sua vita viene messo in libertà per buona condotta. Non è però che la notizia della liberazione rallegri in modo particolare il carcerato che, anzi, sembra piombare, nonostante le apparenze, in un grave disagio, come se la colpa dell’omicidio che a suo tempo ha commesso non fosse stata totalmente espiata. C’è qualche cosa che avvolge come una cappa Malaguti, un segreto che si porta dentro e su cui Rainer, sempre più incuriosito, vorrebbe far luce. Non aggiungo altro perché la trama ha la giusta tensione di un giallo e un giallo in effetti è, anche se è un pretesto per mettere a confronto due anime: quella complessa di un Malaguti che ha maturato, nel lungo soggiorno in galera, una filosofia di vita per nulla disprezzabile e quella di Rainer che, nonostante non sia proprio un giovanotto, rivela una certa immaturità. I dialoghi fra i due protagonisti hanno il pregio di non essere banali, ma sono fatti da piccole perle rappresentate da osservazioni filosofiche. Il comune denominatore delle opere di Molesini è il dramma della guerra, alternando la prima alla seconda, entrambe quelle mondiali (ed è di quest’ultima l’origine della vicenda di La solitudine dell’assassino); la scrittura, fresca e semplice, propria di Non tutti i bastardi sono di Vienna, si è fatta via via più complessa e non sempre è riuscita; la struttura è sovente esile, ma non per questo fragile e infine la capacità di descrivere situazioni, paesaggi e protagonisti permane di buon livello, anche se ogni tanto ritraggo l’impressione che qualche cosa gli sia rimasto nella penna, che ci sia un che di incompiuto al di là delle apparenze.
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