Sonate

Domenico Scarlatti (1685-1757): Sonata in fa maggiore K.438 (Allegro); Sonata in fa minore K.239 (Allegro); Sonata in do maggiore K.513 (Pastorale. Moderato-Molto allegro-Presto); Sonata in fa maggiore K.44 (Allegro); Sonata in mi bemolle maggiore K.474 (Andante e cantabile); Sonata in mi bemolle maggiore K.475 (Allegrissimo); Sonata in sol maggiore K.432 (Allegro); Sonata in si minore K.87; Sonata in si maggiore K.245 (Allegro); Sonata in fa diesis minore K.447 (Allegro); Sonata in la maggiore K.322 (Allegro); Sonata in la maggiore K.323 (Allegro); Sonata in re maggiore (Presto); Sonata in sol maggiore K.455 (Allegro); Sonata in re maggiore K.478 (Andante e cantabile); Sonata in re maggiore K.435 (Allegro); Sonata in fa maggiore K.78 (Giga. Allegro-Minuet); Sonata in sol maggiore K.427 (Presto, quanto sia possibile); Sonata in mi maggiore K.135 Allegro).
Maestro di musica Domenico Scarlatti fu assunto alla corte spagnola come insegnante personale di musica della regina Maria Barbara. Allo scopo di migliorare la sua tecnica tasti eristica, il re chiese al talentuoso compositore napoletano di scrivere per lei un’infinità di brani con cui potesse esercitarsi. La bravissima pianista giapponese Eri Mantani ha messo insieme per questo disco una sceltissima silloge delle 555 “sonate” per clavicembalo di Scarlatti giunte fino ai giorni nostri, opere ricche di personalità che non hanno nulla a che vedere con i noiosissimi studi che si componevano in quegli anni che costituiscono il programma ideale per un disco d’esordio di grande spessore artistico e che difficilmente avrebbe potuto essere più gradevole. Un talento alla tastiera La regina Maria Barbara doveva possedere un grande talento alla tastiera, come si può facilmente notare dai grandissimi salti, dallo straordinario virtuosismo di alcuni brani e da una serie di passaggi che prevedono l’incrocio delle mani, una tecnica che continua a rappresentare un vero e proprio spauracchio anche per i migliori pianisti dei giorni d’oggi e che all’epoca di Scarlatti costituiva una novità del tutto rivoluzionaria. Come se questo non fosse ancora abbastanza, queste sonate – dalla forma apparentemente molto semplice – non mancano mai di stupirci con le loro imprevedibili variazioni armoniche. Il colore spagnolo A questo bisogna ancora aggiungere il colore spagnolo, che contribuisce a rendere le sonate di Scarlatti assolutamente uniche nel loro genere. In diverse di esse si incontrano reminiscenze delle danze tradizionali dell’Andalusia e – in particolare – del flamenco. Non si può che rimanere conquistati di fronte all’abilità con cui Scarlatti riesce a esprimere magicamente le sonorità della chitarra sul clavicembalo, come si può notare per esempio nella Sonata in fa minore K.239 o nella stupefacente ripetizione di note della Sonata in sol maggiore K.455. L’atmosfera mediterranea. Eri Mantani dimostra di sapere evocare molto bene l’atmosfera mediterranea dalla tastiera del maestoso Steinway D. Queste sonate brillano di una luce gioiosa, ma nonostante questo non mancano i momenti dal carattere più malinconico. Questa immagine sonora – che apparirebbe di una trasparenza cristallina anche in una ripresa stereofonica – viene esaltata al massimo grado dalla immagine tridimensionale di questo splendido SACD multicanale, che farà sicuramente la felicità di ogni audiofilo che si rispetti.