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Un sopravvisuto - Moriz Scheyer - copertina
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sopravvisuto

Descrizione



Non solo documento e testimonianza, non solo il più incredibile dei «casi editoriali»: Un sopravvissuto è un racconto di straordinaria intensità e acutezza, opera della penna di un intellettuale ebreo austriaco costretto ad abbandonare il suo paese nel 1938, dopo l’Anschluss.

«Troppo spesso, mentre la buona sorte mi consentiva di portare avanti la stesura di questo libro, mi chiedevo se l'indomani sarei finito anch'io nelle grinfie dei tedeschi; troppo spesso ho dovuto interrompere di colpo il lavoro per un tempo imprecisato, nascondendo in fretta il manoscritto per non mettere in grave pericolo quelle suore così buone in caso di perquisizione. Troppo spesso, in poche parole, i miei occhi hanno visto arrivare la fine.» - Moriz Scheyer

«Una straordinaria riscoperta: il libro scritto in clandestinità da un amico di Stefan Zweig, che evoca la realtà dell'Olocausto e della Francia occupata in modo molto più vivido di qualsiasi cosa io abbia letto.» - Jonathan Coe

Giornalista e scrittore, Moriz Scheyer ha ricostruito in presa diretta un’esperienza unica, che ha del miracoloso, riversando in queste pagine la sua parabola individuale, i suoi incontri, le sue paure e le sue speranze, quando ancora non aveva alcuna certezza di quale sarebbe stato il suo destino. Prendono vita, così, la Vienna degli anni Trenta, Parigi prima e dopo l’occupazione nazista, e si dipana una storia forte e drammatica: il personale esodo di un uomo braccato, la sua prigionia in un campo di concentramento in Francia, i contatti con la Resistenza, l’infruttuoso tentativo di fuga in Svizzera, il rocambolesco salvataggio e il periodo trascorso in clandestinità in un convento di suore francescane. Ma anche l’amarezza di una liberazione che «ha un sapore di cenere… una cenere che il vento porta con sé».
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Dettagli

2016
29 settembre 2016
345 p., ill. , Brossura
9788823515000

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claudio
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Moriz Scheyer era un intellettuale di successo della Vienna post bellica; inviato e pii caporedattore di una delle principali riviste che si pubblicavano in quell'epoca. Come tutti gli ebrei, anche a Scheyer fu tolta la cittadinanza austriaca dopo l'ingresso dei nazisti nel '38. Fu costretto all'esilio a Parigi. E, con grande fortuna, riuscì a superare più volte l'arresto e la deportazione. Visse due anni in un convento di suore francescane fino alla liberazione. Scrisse in presa diretta il suo diario, che è stato ritrovato per caso da un nipote e ora pubblicato. L'importanza del diario è proprio l'essere stato scritto in diretta.

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Moriz Scheyer

1886, Foc?ani

Moriz Scheyer (1886-1949), critico, saggista e scrittore di viaggi, è stato una personalità di spicco nella cultura viennese dell’anteguerra. Dopo la Prima guerra mondiale, visse a Parigi e viaggiò in Medio Oriente e Sudamerica, esperienze alle quali dedicò vari libri. Responsabile delle pagine culturali del Neues Wiener Tagblatt dal 1924 fino alla sua espulsione dall’Austria – avvenuta nel 1938, in conseguenza dell’Anschluss – conobbe personaggi del calibro di Gustav Mahler, Arthur Schnitzler, Bruno Walter, e fu grande amico di Stefan Zweig. Durante la Seconda guerra mondiale scrisse un memoir sulla sua esperienza di esule, tradotto in Italia da Guanda col titolo Un sopravvissuto (2016).

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