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Anno edizione: 2015
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Visto il risultato ambivalente di “Total war Rome” ho deciso di rischiare con questo secondo libro. E che dire... errore sopra errore! Se nel delineare la Terza Guerra Punica l’autore ha dato vita a una realtà senza senso qui inventa situazioni e realtà a dir improponibili e allucinanti. La ricostruzione storica è a dir poco ridicola e ricolma di errori. Attila, ad esempio, non ha mai voluto invadere la Britannia. A che scopo? E con il rischio di rimanervi bloccato? Una vera follia. Almeno quanto pensare che volesse insediarsi a Roma come imperatore. E poi fu proprio lui a uccidere il fratello. La descrizione del mondo romano è qualcosa d’inconcepibile. Per cominciare i romani abbandonarono la Britannia perché avevano bisogno di più truppe possibili lungo il Reno. Ezio non fu costretto a ignorare i vandali per far fronte agli unni, fu una sua scelta e un suo errore. E soprattutto dire che l’esercito romano dell’epoca era più potente di quello del passato è una bestialità! Lo sanno anche le pietre che l’esercito tardoromano non poteva competere con le vecchie legioni. Perfino il breve accenno ai sassanidi è riuscito a irritarmi. E questi sono solo esempi. A parole non riesco a dare l’idea di quanto ogni singola pagina di questo “libro” sia insensata! Alcuni potranno dire “è solo un romanzo”. Ma io in un romanzo STORICO d’ho la massima importanza a un’accurata ricostruzione dei fatti. Vederla tanto carente è una mancanza grave. Anche le considerazioni politiche e religiose sono del tutto arbitrarie. Innanzitutto non è affatto corretto verso i seguaci di sant’Agostino. In secondo luogo come si può dire che l’istituzione dell’impero era finita e che toccava alle repubbliche? C’erano già state e avevano fallito. E per essere pignoli l’impero romano era più una repubblica che a un vero impero, quindi… La trama è noiosa e scontata. L’ho terminato solo perché era di una semplicità elementare. Sconsiglio l’acquisto
Visto il risultato ambivalente di “Total war Rome” ho deciso di rischiare con questo secondo libro. E che dire... errore sopra errore! Se nel delineare la Terza Guerra Punica l’autore ha dato vita a una realtà senza senso qui inventa situazioni e realtà a dir improponibili e allucinanti. La ricostruzione storica è a dir poco ridicola e ricolma di errori. Attila, ad esempio, non ha mai voluto invadere la Britannia. A che scopo? E con il rischio di rimanervi bloccato? Una vera follia. Almeno quanto pensare che volesse insediarsi a Roma come imperatore. E poi fu proprio lui a uccidere il fratello. La descrizione del mondo romano è qualcosa d’inconcepibile. Per cominciare i romani abbandonarono la Britannia perché avevano bisogno di più truppe possibili lungo il Reno. Ezio non fu costretto a ignorare i vandali per far fronte agli unni, fu una sua scelta e un suo errore. E soprattutto dire che l’esercito romano dell’epoca era più potente di quello del passato è una bestialità! Lo sanno anche le pietre che l’esercito tardoromano non poteva competere con le vecchie legioni. Perfino il breve accenno ai sassanidi è riuscito a irritarmi. E questi sono solo esempi. A parole non riesco a dare l’idea di quanto ogni singola pagina di questo “libro” sia insensata! Alcuni potranno dire “è solo un romanzo”. Ma io in un romanzo STORICO d’ho la massima importanza a un’accurata ricostruzione dei fatti. Vederla tanto carente è una mancanza grave. Anche le considerazioni politiche e religiose sono del tutto arbitrarie. Innanzitutto non è affatto corretto verso i seguaci di sant’Agostino. In secondo luogo come si può dire che l’istituzione dell’impero era finita e che toccava alle repubbliche? C’erano già state e avevano fallito. E per essere pignoli l’impero romano era più una repubblica che a un vero impero, quindi… La trama è noiosa e scontata. L’ho terminato solo perché era di una semplicità elementare. Sconsiglio l’acquisto
Mi aspettavo qualcosa di più sulla vita cultura e battaglie di Attila e del suo popolo,invece qualche sommaria descrizione.La lettura non l'ho trovata scorrevole, anzi a tratti anche un po' noiosa,e la trama poco avvincente. Bello l'epilogo interessante la nota dell'autore e le fonti storiche(Parte finale del libro)
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