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Un'opera di stampo enciclopedico di grande valore storico, curata sia dal punto di vista dei contenuti che dal punto di vista estetico (il volume infatti è ricco di splendide illuminazioni). Una lettura godibilissima sia che la si voglia fare tutta d'un fiato, sia che la si voglia gustare lentamente.
“Storia delle terre e dei luoghi leggendari” è un libro di respiro incredibilmente ampio, perché Eco riesce a trattare con amabile ironia e capacità divulgativa, di tantissimi luoghi leggendari (e non di finzione, attenzione) che fanno parte della cultura umana. Le sue parole sono brillanti e chiare, in un affresco della nostra storia più fantasiosa, alla ricerca di luoghi che, da tempo immemore, speriamo esistano (anche se non abbiamo idea di dove potrebbero essere collocati geograficamente). C’è anche un altro problema occultato: storia, verità e percezione. Ciò che è certo è che, nel suo mondo di finzione, Clark Kent è Superman; tutto il resto è discutibile. E soprattutto per chi vive e respira tra i libri, questa affermazione assume molteplici significati. Per me ha molto più senso ed è molto più vero Clark Kent che Donald Trump, per fare un esempio. Non nego la realtà materiale di Donald Trump, ma nego tutto ciò che Donald Trump (o Matteo Salvini, o chi più ne ha, più ne metta) rappresenta. L’esistenza di Donald Trump ha influenza anche sulla mia, ma per ciò che riguarda la mia crescita personale, tutto ciò che mi rende ciò che sono, Donald Trump può essere al massimo una contingenza storica. Ed è più reale, allora, Clark Kent o, ancora meglio per quello che mi riguarda, Steve Rogers. Eco voleva dire tutt’altro, chiaramente. Che la finzione narrativa ha una verità inconfutabile che è irraggiungibile nella realtà, proprio per la percezione fallace degli esseri umani, per la difficoltà di documentare, per tutto ciò che influisce e disturba la comunicazione. Ma a me piace ricordarmi anche della spiegazione che me ne sono data io, perché in tempi come i nostri è importante annichilire tutto quello che non deve trovare spazio nel nostro mondo spirituale.
Umberto Eco con questa sorta di enciclopedia dei luoghi fantastici ci guida alla scoperta dell'immaginario geografico con particolare attenzione a quello dell'uomo medioevale. Attenzione però...non si tratta di luoghi inventati dalla fantasia di scrittori e romanzieri, bensì di un escursus sui luoghi che, un tempo, si credeva fossero realmente esistenti -e dei popoli che le abitavano- da qualche parte ai confini del mondo conosciuto. Così sarà forse stupefacente per il lettore che si approssima per la prima volta a questa materia scoprire che Cristoforo Colombo credeva che la Terra avesse la forma di una...pera o la lucida analisi di Marco Polo che metteva a confronto la soave leggenda dell'unicorno con la realtà dell'animale che aveva probabilmente dato origine al mito: un molto più "terreno" rinoceronte! Un'opera interessante per tutti i generici appassionati dei "secoli bui" (ma anche del genere fantasy) ricca di mappe e illustrazioni provenienti da codici e stilografie dell'epoca.
Recensioni
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Perché comprare (o regalare, magari in vista del Natale, che quando meno te lo aspetti è già arrivato) Storia delle terre e dei luoghi leggendari, il nuovo saggio di Umberto Eco? Innanzitutto, perché si tratta di un libro bellissimo, riccamente confezionato, illustrato, curato. E non è poco. Un oggetto prezioso da riporre con cura in libreria o da esibire sul tavolino del salotto e sfogliare, di tanto in tanto, alla ricerca di una storia nuova, di una curiosità che ci era sfuggita. Ma ovviamente non è solo una questione puramente estetica e materiale. È un libro di Umberto Eco, e quindi andiamo sul sicuro. Infine, è un libro interessante, che affronta un tema davvero affascinante. Scritto con lo stile colto, raffinato ma divulgativo che caratterizza il grande maestro, è un saggio che si legge con grande piacere e che ci permette di spaziare agilmente all'interno di un patrimonio di conoscenza storica, filosofica, artistica molto vasto. Tutto è corredato da un apparato iconografico e antologico puntuale e preciso.
Storia delle terre e dei luoghi leggendari è un percorso tra terre e luoghi che in passato hanno creato e alimentato chimere, illusioni, utopie. Reali o meno, hanno dato vita a veri, più o meno consistenti, "flussi di credenze", e sono questi ultimi, secondo Eco, che vale la pena indagare.
Vediamo i punti affrontati da Eco. Si parte dalle prime riflessioni “scientifiche” sulla forma della terra. Già i presocratici con Parmenide e Pitagora ne avevano intuito la sfericità. E anche gli studiosi del Medioevo sapevano che la terra era una sfera. Da dove vengono tutte le leggende – tuttora persistenti - su un Medioevo buio e ignorante secondo il quale la terra era un disco piatto? Eco ci conduce in un viaggio interessante nella cartografia medievale e nella storia del pensiero religioso e laico per svelare l’origine di questa falsa credenza.
Importante il capitolo sulle terre della Bibbia. Pochi altri luoghi hanno alimentato curiosità come le terre bibliche. Nonostante la geografia biblica sia ben nota, ci sono alcuni luoghi che non sono rintracciabili e sprofondano nella leggenda. Dove si trova la città di Saba, luogo di provenienza della regina di Saba? È possibile ricostruire il Primo Tempio di Gerusalemme seguendo le descrizioni che ci offrono le Sacre Scritture? Da dove vengono i re Magi? In definitiva, dove sta il confine tra interpretazione letterale e allegorica?
Dopo la Bibbia, Omero. La ricostruzione del viaggio di Ulisse e delle terre da lui attraversate ha stregato molti studiosi nel tempo. Poi, l’Oriente, che per secoli ha influenzato l’immaginario occidentale. I resoconti dei viaggiatori e degli esploratori (non ultimo il nostro Marco Polo) parlano di terre meravigliose, con paesaggi da favola, popolate da animali leggendari e creature mitiche. Conoscete la leggenda del Prete Gianni e della sua lettera? Che cosa c’è di vero dietro questa storia? Tra le meraviglie dell’Oriente non dobbiamo dimenticare il paradiso terrestre, luogo alle origini del mondo in cui si viveva in uno stato di beatitudine e innocenza, la cui presenza è riscontrabile in molte religioni. Dall’isola di San Brandano all’America di Colombo, alla Palestina, all’Africa: molti sono i luoghi in cui è stato collocato geograficamente nel corso dei secoli. E ricordiamo anche il sogno di una terra migliore, un Eden laico, quale l’Eldorado.
Tra tutte le terre leggendarie, Atlantide è senza dubbio quella che più ha sollecitato la fantasia di filosofi e scienziati. Già Platone ce ne parla come di un’isola oltre le Colonne d’Ercole, sulla quale si era formata una grande potenza poi estinta da catastrofici eventi naturali. Inutile dire con quale potenza il racconto di Platone ha influenzato i posteri, e il mito di Atlantide e di una civiltà sommersa si è legato nel tempo anche ad altre leggende e credenze.
Anche l’estremo Nord ha ispirato il mito di terre leggendarie come Thule e Iperborea. Eco si sofferma ampiamente anche sulla leggenda di Re Artù, sul regno di Avalon, ci racconta la storia della rocca degli Assassini del Veglio della Montagna, del paese di Cuccagna, delle isole di Utopia, dell’isola di Salomone e della terra australe, del misterioso regno sotterraneo di Agarttha. E noi lo seguiamo con piacere in questo viaggio ai confini del mondo perché il suo racconto è vivace, non stanca mai e non smette di suscitare curiosità.
L’ultimo capitolo è dedicato a una veloce incursione negli infiniti luoghi romanzeschi – che pur non essendo mai esistiti, o essendo un amalgama di realtà e invenzione, fanno parte di un altro mondo: quello della nostra immaginazione - che hanno affascinato scrittori e lettori di ogni epoca. Da Ventimila leghe sotto i mari a Alice nel paese delle meraviglie, dai Viaggi di Gulliver al Deserto dei Tartari, fino alle terre di Tolkien: sono luoghi in cui scrittori e lettori hanno proiettato sogni e incubi, luoghi in cui per un po’ anche noi abbiamo abitato e viaggiato.
"E anche chi non crede all'esistenza del paradiso, sia quello terrestre che quello celeste, se guarda l'immagine della "candida rosa" di Doré, e legge il testo dantesco che essa illustra, capisce che quella visione fa parte in modo veritiero della realtà del nostro immaginario".
A cura di Wuz.it
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