Il primo approccio dell'autore danese Jørn Riel alla scrittura è avvenuto quasi per caso. Ho appreso su di lui da Maria Valeria D'Avino nell'illuminante postfazione a Uno Strano Duello che: «Nel primo anno di soggiorno in Groenlandia, trascorso sull'isola di Elle in compagnia di un coetaneo eschimese, gli era venuta l'idea di organizzare delle "serate letterarie" per ammazzare il tempo. Purtroppo però, gli unici libri che i due giovani avevano a disposizione erano alcuni manuali tecnici. Così, dopo un'estenuante declamazione di norme telegrafiche, Riel iniziò a scrivere racconti per poi leggerli all'amico. Da allora, non ha più smesso di dar vita a storie, che produce di getto e consegna per la pubblicazione quasi senza rileggerle» Semplice. Un pò come dire che se hai bisogno di un tocco di colore per la tua sala da pranzo prendi tela, colori e pennelli e ti dipingi un bel quadro da appendere. Poi volti la testa e ti rendi conto che forse sul quel ripiano nell'angolo un bel busto di marmo ci starebbe mica male. Semplice. Prendi un blocco di marmo e scalpello e voilà. E un bel faretto per illuminare il busto appena creato non ce lo vogliamo mettere? Prendi cavi elettrici, martello, intonaco, mattoni, vernice etc, e monta un bell'impianto di illuminazione. Facile. Semplice. Al di là dell'ironia, davvero sembra tutto semplice per Riel, quando scrive. La sua prosa ha il dono dell'immediatezza e della genuinità tipiche delle cose semplici. Caro Jørn, dove sei stato tutto questo tempo? Il secondo libro che leggo della serie Skrøner ha tutto quello che avevo già apprezzato in Safari artico. Stavolta leggiamo di una prova di virilità che mette di fronte il giovane Lasselille alla sua più grande ambizione. Assistiamo all'insolito duello tra il maggiore Hansen e Lause. Scopriamo la passione segreta di Fjordur. Osserviamo le gesta del cane Labano. Veniamo a sapere delle conseguenze dell'eredità del conte. Partecipiamo assieme ai protagonisti all'installazione di un telegrafo alimentato da una bicicletta. Sullo sfondo, le bianche distese della Groenlandia nord-orientale, sterminate e silenziose. In un'intervista Riel confessa che, quando è costretto a soggiornare per qualche tempo in una metropoli piuttosto affollata, osserva perplesso il delirio della frenesia quotidiana. E conclude: «ci vuole coraggio a vivere così».
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Lei: l'isola più grande del mondo, un trapezio di ghiaccio fluttuante nell'oceano, una volta celeste infinita, una natura inviolabile, un che di divino. Loro: gli agrodolci cacciatori di pelli danesi, unici abitanti "color farina" delle sue sconfinate terre vergini. Questi, ancora e sempre, i protagonisti del fantasioso mondo artico di Riel, in cui tutto diventa possibile. Ecco, allora, Lasselille misurarsi con un orso a sangue freddo come prova di virilità, Mortensen addomesticare il suo telegrafo per un evento unico nella storia della Groenlandia, il conte ricevere un'eredità imprevista e una visita imprevedibilmente "produttiva", Fjordur trasformare la sua inconfessabile passione in una febbre felicemente contagiosa, il Bjork sbarazzarsi di un ospite indigesto con l'aiuto di un socio dallo stomaco di ferro, Lause e il luogotenente Hansen sfidarsi in uno strano duello dall'esito a sorpresa, Lodvig scoprire di avere come migliore amico un globetrotter a quattro zampe. Ritornano, così, le gustose creazioni dell'inesauribile fantasia di Riel, più bizzarre che mai, ma sempre profondamente vere nella loro poetica ed essenziale umanità. Avventure artiche in cui sottomettersi a una natura grandiosa e maestra senza rinnegare se stessi diventa l'unica sfida che conta e diventare pienamente ciò che si è, guardando con un sorriso alle proprie piccole e grandi follie, l'unico premio che ci meritiamo.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2005
In commercio dal:
20 agosto 2005
Pagine:
192 p.
EAN:
9788870911404
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LUCA AMBROSINO 04 dicembre 2017