Il suono della montagna

Viaggio nei meandri di un mondo storicamente e culturalmente distante dal nostro , ma non coinvolge : tutto appare distaccato e rarefatto.

Giappone, anni ’50. Shingo è un uomo di mezza età che vive in un sobborgo di Tokyo insieme alla sua famiglia e che si ritrova a fare i conti, oltre a un naturale invecchiamento, anche a problemi legati alla sua famiglia, ha una moglie che sente ogni giorno più lontana, una figlia indisponente e un figlio dedito all’alcol. L’unica sua consolazione è la nuora, una dolcissima ragazza vessata dal marito con la quale vive un rapporto di cura e tenerezza reciproca, un affetto che lo aiuta a sopravvivere in una situazione umanamente più che insostenibile. Ritenuto a ragione dai critici letterari uno dei romanzi giapponesi più belli del Novecento questo libro racconta una storia semplice che offre però tanti spunti di riflessione, una storia dietro la quale si celano rimpianti, ricordi e rimorsi accompagnati dal suono incessante della natura, popolata da personaggi che amano troppo e, purtroppo, quando si ama troppo talvolta si è condannati alla sofferenza. Un romanzo per me di una delicatezza rara e a cui noi occidentali purtroppo non siamo e mai saremo abituati a dare e a ricevere.

Ci troviamo nella vita quotidiana di una famiglia degli anni '60, Le vicissitudini, i pensieri, gli stati d'animo. Qualcosa su cui riflettere. Peccato, però, che l'ho letto in parallelo con altri libri perchè l'ho trovato molto ma molto lento. Ogni 4/5 pagine dovevo cambiare libro perchè non riuscivo a proseguire e così l'ho finito in un mese circa.