La Tana di Mezzanotte

Immaginate di essere gli ospiti di un grande albergo che ha, come attrazione principale, la possibilità di visitare grotte naturali scoperte agli inizi degli anni ’20. State per fare un’escursione in quelle grotte. Una trentina di persone che decidono di avventurarsi nel sottosuolo in compagnia di una giovane guida poco più che ventenne. L’escursione scorre tranquilla fino a quando un blackout farà sprofondare tutti in un buio fitto e denso. Le torce pian piano si scaricano, le tensioni si accentuano ed i pensieri corrono subito a chi è rimasto sopra, in albergo, ai soccorsi che non arrivano, al freddo che attanaglia le ossa, a qualcosa che si cela nel buio. I minuti passano e mantenere la calma, in una situazione così estrema, non è per nulla semplice. La Tana di Mezzanotte è un romanzo che parte piano, come una storia già sentita e che per certi aspetti potrebbe ricordare alcuni film visti in passato. In realtà si comprenderà ben presto che le intenzioni dell'autore son quelle di portarci altrove, su territori non facilmente prevedibili ed in cui la perversione dell’animo umano, ancora una volta, avrà la meglio su ogni nostra intuizione. Lo stile di Laymon è semplice ed essenziale, estremamente scorrevole. Con poche pennellate descrive in modo dettagliato situazioni terrificanti ed indicibili. I protagonisti sono ben caratterizzati e ci offrono un campione estremamente variegato di umanità. L'assenza di luce è inoltre funzionale alla storia. Spegnendo la luce Laymon farà sprofondare i suoi protagonisti ed anche il lettore in un mondo fatto di ombre e terrore, ma saprà prenderci per mano ed accompagnarci tra quei cunicoli utilizzando gli altri sensi.Il racconto si dipana su più livelli: l’ansia e l’angoscia di chi è intrappolato e che disperatamente ricerca una via d’uscita ed il terrore di chi è rimasto all’esterno. E quando l'orrore esploderà, travolgerà i protagonisti cambiandoli per sempre.