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Tempo di vivere, tempo di morire - Erich Maria Remarque - copertina
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Tempo di vivere, tempo di morire - Erich Maria Remarque - copertina
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Descrizione


«Commuovere il lettore con la forza delle parole, e destarne insieme cuore e mente, è il dono straordinario di Remarque» - The New York Times

«Remarque ha un passo inquieto, senza via d'uscita, dolente e coinvolgente» - La Repubblica

Russia, Seconda guerra mondiale. Ernst Graeber torna a casa. Dopo due anni di combattimenti ininterrotti, il suo reggimento è finalmente in licenza. Torna con tante domande e speranze in testa. Le domande vanno alla guerra. Per chi combattono adesso i soldati tedeschi? Per le SS, per la Gestapo, per i bugiardi e gli imbroglioni? Perché fanatici e assassini possano rimanere ancora un anno al potere? I russi avanzano e la guerra è ormai persa. Una guerra che li ha tenuti isolati in una condizione spaventosa, disumana e ridicola. Le speranze vanno alla casa. Alla colazione, che sua madre preparerà come al solito, stendendo una tovaglia a scacchi bianchi e azzurri e servendo in tavola miele, panini e latte caldo insieme col caffè. Al sole, che d’estate illumina i gerani sul davanzale. Quando finalmente giunge a Warden, tuttavia, niente è come Graeber ha immaginato. Dove un tempo c’erano file di case di legno dai tetti aguzzi si erge ora un groviglio di travi carbonizzate, resti di muri e mucchi di pietre sopra i quali stagna un fumo biancastro. La casa è stata rasa al suolo, i genitori dispersi. L’unico fiore che risplende in quella devastazione è Elisabeth Kruse, la ragazza che conosceva da bambino.
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Dettagli

2017
6 aprile 2017
384 p., Brossura
9788854511682
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Indice

La morte aveva, in Russia, un odore diverso che in Africa. Sotto il massiccio fuoco inglese i cadaveri in Africa, fra una linea e l'altra, erano rimasti a lungo insepolti. Ma il sole aveva lavorato rapidamente. Di notte l'odore era arrivato col vento, dolce, soffocante e greve: il gas aveva gonfiato i morti e questi si erano alzati come spettri alla luce delle stelle straniere, quasi combattessero ancora una volta in silenzio, senza speranza, ciascuno per sé; ma già il giorno seguente avevano incominciato ad aggrinzirsi, ad aderire alla terra, infinitamente più stanchi, come per insinuarsi sotto il suolo; e più tardi, quando era possibile andare a prenderli, taluni erano già leggeri e risecchiti, e di quelli che si trovavano dopo settimane non rimaneva quasi altro che lo scheletro ciondolante nelle divise ormai troppo comode. Era una morte asciutta nella sabbia, al sole e al vento. In Russia, invece, la morte era fetida e imbrattata.

Valutazioni e recensioni

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Matteo
Recensioni: 5/5

Remarque, a venticinque anni dalla pubblicazione del suo indiscutibile capolavoro Niente di nuovo sul fronte occidentale, ritorna al tema a lui più caro, la guerra, con Tempo di vivere, tempo di morire. Cambia il conflitto, non più la prima guerra mondiale, bensì la seconda, ma qui la vita del fronte, quello orientale, appare quasi marginale. Il romanzo inizia con un soldato tedesco (Ernst Graeber) che sembra accettare malvolentieri una licenza di due settimane, che trascorrerà a casa, ma questa non c’è più, distrutta dai bombardamenti aerei, e non si trovano nemmenoi genitori, forse deceduti a seguito della stessa incursione che ha demolito la sua abitazione. Va alla loro ricerca, in compagnia di un commilitone, pure lui in cerca della moglie dispersa. Sarà un viaggio dalla portata più ampia della distanza percorsa, con un progressivo risveglio della coscienza soggiogata dal nazismo, in ciò aiutato anche da una ragazza che incontra casualmente, di cui si innamora e che sposerà. La licenza è breve, eppure in questo arco di tempo, vengono meno le certezze, nascono interrogativi ai quali non riesce a dare risposta e che troverà invece nel vecchio professor Pohlmann, un insegnante di religione decisamente antinazista. Così, quando tornerà al fronte, sarà un uomo diverso, il percorso di formazione si è concluso ed Ernst è diventato un uomo libero di pensare e che ora vede tutto diversamente. Ma ogni catarsi ha un costo e le colpe del passato esigono la loro riparazione nel presente. Non aggiungo altro, per non togliere al lettore il piacere del finale magistrale di un romanzo stupendo, quasi al livello di Niente di nuovo sul fronte occidentale. Remarque, che è sempre stato contro ogni guerra, lo è anche qui, ma non si limita a questo; lui è tedesco, è consapevole della colpa del suo popolo per gli orrori del conflitto, per quelli dei campi di sterminio, e l’angoscia di questa colpa è riversata nel romanzo, un desiderio di capire lo sbaglio e di pagarne le conseguenze.

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Teresa
Recensioni: 5/5

È in un clima di sconfitta, mentre la Germania sia avvia verso fine della seconda guerra mondiale, che si colloca il risveglio ideale di Ersnt Graeber, protagonista di quest’altro romanzo di successo. Ognuno ha la sua parte di colpa in quella guerra, poco importa se vi ha preso parte inconsapevolmente, per una morale personale o per la patria. Ma fino a che punto ognuno può ritenersi innocente e colpevole? È questa la domanda che si ripete incessantemente Ernst e cui neanche il vecchio professore di storia e religione potrà rispondere adeguatamente – nel film tratto dal romanzo sarà lo stesso Remarque a interpretare quest’ultimo. E scoprirà suo malgrado che la colpa ha tanti modi strani e imprevedibili per essere scontata. L’Ernst delle prime pagine potrebbe essere scambiato per una semplice comparsa, è un personaggio quasi anonimo, che riesce a reclamare l’attenzione solo nel momento in cui comincia a mettere a nudo i suoi dubbi e i suoi pensieri. Crescerà psicologicamente e acquisirà una maggiore consapevolezza della sua vita ed è per questo che potremmo definire il libro un Bildungsroman.

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Nicola59
Recensioni: 4/5

LIbro molto bello anche se non il migliore di Remarque (preferisco al riguardo La via del ritorno): alla fine risulta leggermete lungo e un po' pesante in alcuni punti. Ho letto parecchi romanzi ambientati nelle due guerre mondiali (soprattutto dalla parte dei vinti) ed ogni volta mi rendo sempre più conto di essere stato fortunato a non essere vissuto in quei periodi sia da militare che da civile. La guerra fa schifo e basta: è una sconfitta per tutti. E non mi faranno certamente cambiare idea certe rappresentazioni oleografiche ed eroiche presenti in film, documentari, interviste.

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Erich Maria Remarque

1898, Osnabrück

Scrittore tedesco. Combattente nella prima guerra mondiale, fu più volte ferito. Giornalista a Berlino, lasciò la Germania all’avvento del nazismo e nel 1939 si stabilì a New York, dove prese la cittadinanza americana. Raggiunse un vasto successo con il romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues, 1929), radicale condanna della guerra e amara analisi delle sue spaventose distruzioni materiali e spirituali. Seguirono, sempre ispirati a ideali pacifisti e di solidarietà umana, Tre camerati (Drei Kameraden, 1938), Ama il prossimo tuo (Liebe deinen Nächsten, 1941), Arco di trionfo (Arc de Triomphe, 1947), Tempo di vivere, tempo di morire (Zeit zu leben und Zeit zu sterben, 1954), La notte di Lisbona (Die Nacht von Lissabon, 1963)...

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