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L'avevo già letto anni fa e mi era rimasto un buon ricordo. Rileggendolo stavolta mi ha sconvolta, la descrizione del baratro in cui cadono i due assassini è allucinante, al momento del suicidio ho tratto un respiro di sollievo per loro. La figura della vecchietta paralitica e muta, che soffre di un dolore lancinante per la scoperta dell'assassinio del figlio adorato, e che si trova nell'impossibilità di denunciare i due disperati, è geniale. Molto caratteriali tutti i personaggi. Lo consiglio senza dubbio.
Bello e cupo, due aggettivi che si sposano bene con la maggior parte delle opere di Zola che ho letto finora. Sicuramente, da amante di romanzi gotici, devo ammettere che l'amplificazione di quel tipico fondo "oscuro" che in Thèrése Raquin quasi ingloba i personaggi, è stato l'ingrediente che mi ha fulminata e convinta. Ho trovato qui, rispetto ai romanzi dei Rougon-Maquart, un minore interesse per l'intreccio ( la storia è veramente semplice e la trovate in ogni quarta di copertina di un'edizione che si rispetti) ma non solo! Anche la psicologia che muove i personaggi è davvero basica se confrontata con quella degli altri capolavori dell'autore francese ( penso subito a "Germinal" che, a mio parere, è uno dei suoi capolavori assoluti). Queste osservazioni non sono da considerarasi come critiche dato che, come vedete, ho assegnato al libro quattro stelle su cinque: la storia di Thérèse è la storia degli istinti, la storia di uomini guidati solo dall'egoismo più sfrenato. Non c'è nessun personaggio positivo in questo racconto e, parimenti, nessuno totalmente negativo. I protagonisti conoscono la propria parte bestiale e l'assecondano fino alle estreme conseguenze credendo di poterne trarre una qualche illusoria felicità; ma ciò è impossibile (suggerisce l'autore) perchè essi fanno parte di una realtà fatta di gente misera, meschina, bigotta, ignorante e dominata dall'egoismo più assoluto... e che li guiderà verso le inevitabili consguenze. Consigliatissimo!
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