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Bello. Una scoperta. Anche di questo autore è il primo che ho letto e ne sono rimasta conquistata. Sto recuperando i precedenti. Nonostante le storie si sviluppino parallele alla fine tutto si conclude chiaramente. Personaggi piacevoli, da ritrovare.
Un giallo che va oltre i soliti confini del romanzo di genere, una fotografia della Milano che non esce sulle copertine patinate delle riviste e delle persone, i cosidetti ultimi, che la popolano.La trama gira intorno a tre storie principali che partono separate per poi, in qualche modo contorto, intrecciarsi e portare al gran finaleUn’armonia tra i personaggi, una splendida complicità e un’ottima divisione dei ruoli con alcune sorprese che lasciano il segno come la splendida signora Rosa. In definitiva il romanzo Torto marcio è veloce, simpatico. La costruzione della trama e gli incastri creati sono efficaci e funzionali alla scorrevolezza del testo; le battute tra i protagonisti, gli equivoci e i momenti di divertimento sono molti e ben sparsi nel testo, comunque ben bilanciati con i momenti di tensione e suspance che fanno accelerare il racconto in maniera decisa. Ne consiglio vivamente la lettura anche a chi non è amante del genere ma cerca semplicemente una buona e intelligente storia da leggere.
Prolisso sì. Troppa carne al fuoco anche, ma ben rosolata. È uno dei pochi gialletti/giallisti cinquantenni made in Italy (solo lui e Manzini, in pratica, e un ultimo scampolo di Recami) che riesce ancora ad intrattenermi e che termino senza troppo sbuffare. Le indagini mi diventano sempre più noiose, ma Robecchi, un po' per la passione condivisa per Dylan (lui sì un vero cultore) con le cui strofe puntella l'intero romanzo, per la Milano algida e intrigante, per l'ironia, il sarcasmo, il linguaggio casereccio e la fluidità della sua prosa; per queste e per qualche altra 'attenuante mi tiene - nonostante la disaffezione crescente - ancora attaccata al genere. *'Rainy Day Women #12 & 35', Bob Dylan - Blonde on Blonde, 1966.
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