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Antonio Barbacane viene mandato dal ricco nonno a Roma per cercare di corrompere dei politici affinché spostino il tracciato di un'autostrada sulle proprie terre al fine di aumentarne il valore. Egli, invece di provvedere, si abbandona ai piaceri della capitale pur non avendo un lavoro fisso. Per controllarne l'operato viene inviato lì suo cugino Peppino, segretario comunale del paese, moralista ed integerrimo a tal punto da far rimuovere i manifesti del film La dolce vita. Antonio sta sbarcando il lunario come posteggiatore abusivo a via Veneto dove però è conosciuto da tutti. Arrotonda infatti gli incassi delle mance con i servizi che procura ai frequentatori dei locali di Via Veneto.
La dolce vita di felliniana memoria riletta in chiave "cattivella" da Sergio Corbucci,che si regala anche siparietti con Peppino . La cd nobilta' , spesso immiserita, che scrocca di tutto (dalla spaghettata , al pacchetto di sigarette ), ma che pero' indugia nei vizi noti e sempre piu' in espansione ( l'uso di cocaina ). Toto' , posteggiatore rigorosamente abusivo , in via Veneto si e' creato il suo mondo ... Il suo cugino Peppino giunto a Roma per il disbrigo di una pratica familiare, si trova coinvolto in un contesto assolutamente fuori dalla sua portata , e da li equivoci , scoperte per lui straordinarie e persino ... ipotesi di avventure sessuali !!! Indimenticabili e da non perdersi assolutamente ,la conversazione dei due che vengono,in realta',agganciati da due americane in un bar ( giochi verbali stupefacenti "Quo vadis ? o l'inglese di Toto' con cadenza barese ) e la conversazione ,all'interno del night club, con il cameriere ( Mo' esce Antonio ... E che mi metto una trippa secca sullo stomaco ?) Follia e comicita' allo stato puro .
Uno dei Totò migliori, iniziato da Camillo Mastrocinque ma poi girato da Sergio Corbucci, contiene gag esilaranti e sequenze oggi considerate d'antologia (si veda, per esempio, il ridicolo tentativo dei due "cafoni" di comunicare con le "straniere" Beryll e Paul, il passaggio "traghettato" di Mulè e della Neri nella casa allagata dell' "omino" Totò...).
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