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Anno edizione: 2007
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Tornano I tre briganti di Ungerer nel loro naturale formato di albo illustrato, dopo il tascabile Mondadori del 1963 che penalizzava non poco un autentico "classico" della prima infanzia ancora oggi pienamente godibile. Più che mai in questo caso il formato è vero e proprio "linguaggio" che permette di dire e far vedere le cose a misura di bambino. Ungerer è un grande artista internazionale, designer, pubblicitario, disegnatore satirico contro i vizi della società americana, autore di corrosivi manifesti contro la guerra in Vietnam, anche disinvolto ma elegante illustratore erotico. Proprio alla dimensione del gioco allusivo, irridente, dissacratorio attinge nel passaggio all'illustrazione per l'infanzia, ambito in cui si caratterizza come "uno dei più grandi illustratori contemporanei e autore di fiabe insolite e pungenti", come scrive Teresa Buongiorno nel Dizionario della letteratura per ragazzi (Fabbri, 2001). Sono albi di grande ricchezza grafica, figurativa e coloristica e intrisi di un messaggio fortemente ottimistico nei riguardi dell'infanzia, anche quando rovesciano consolidati topoi della tradizione fiabesca. Come avviene, appunto, in questa anti-fiaba dove incombono fin dalla prima tavola le figure di brigantacci vestiti di lunghi mantelli e cappellacci neri, che, armati fino ai denti con un fucile a tromba, un soffietto a pepe e un'ascia rossa, depredano carrozze e accumulano immense ricchezze (alla Alì Babà), finché non si impadroniscono di una solitaria passeggera, l'orfanella Tiffany, che allevano amorosamente e che li convince a raccogliere in un meraviglioso castello altri orfani abbandonati e poveri. La tavola finale dei bambini tutti vestiti alla brigantesca ma con mantelli e cappelli rossi è di una bellezza e di una tenerezza che fa bene al cuore e alla mente. Fernando Rotondo
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