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È solo un romanzo, ma avvincente e in grado di far riflettere come se fosse una storia vera. Fino a che punto possiamo decidere della nostra vita? Le cose capitano, purtroppo capitano, magari di solito non così tragiche, e, poiché nulla rimane senza conseguenze, quello che è successo quando si era ancora bambini può incidere per sempre sul nostro futuro, anche in un modo che mai ci aspetteremmo.
Il 23 dicembre 1999, a Beauvil, viene commesso un delitto orribile. Un dodicenne, Antoine, in un moto di rabbia uccide, e nasconde nel bosco di Saint-Eustache, il cadavere di Rémi, un bambino di sei anni, figlio di vicini di casa, i Desmedt. Le ricerche del piccolo Rémi, dopo alcuni giorni, vengono abbandonate, perché una terribile tempesta mette in ginocchio la cittadina e il bosco, verso cui si indirizzavano le ricerche, è, ormai, diventato un ammasso di alberi che, la furia della natura, ha abbattuto. Nel 2011, dodici anni dopo, nel bosco iniziano i lavori per la costruzione di un parco, destinato alle famiglie. Nel corso degli scavi vengono rinvenute le ossa di un bambino...Il racconto è un po' noioso, ma viene abbondantemente riscattato da un finale a sorpresa e molto commovente.
Ma che (dis)gusto c'è? Credo proprio che questo sarà l'ultimo di Lemaitre, dovesse anche scriverne altri cento. Mediocre 'Ci rivediamo lassù', che doveva invece consacrarlo alla narrativa di qualità, e quanto ai gialli/thriller parecchio acclamati, lasciamo perdere. Quando non si hanno idee e si vuole (o si deve) per forza scrivere e aver facile presa sull'emotività del lettore, si va a pescare nella fogna della morbosità, della tragedia e del macabro, con uomini che sparano a mansueti cagnolini e bambini che ammazzano bambini a bastonate... Adieu, Monsieur Lemaitre!
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