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“Unbreakable” è un film girato nel 2000 da Mr. Night Shyamalan con protagonisti assoluti Bruce Willis e Samuel L. Jackson. Il primo scopre a seguito di un disastro ferroviario di essere pressoché invulnerabile e di poter percepire situazioni di pericolo sfiorando le persone malvagie, mentre il secondo, suo malgrado, è fragilissimo come il vetro di uno specchio. Per questo quando crescerà si farà chiamare Mr. Glass. Bruce Willis cerca di sfruttare questo suo nuovo potere per diventare il vigilante della città, mentre Mr. Glass, complice anche una grande instabilità mentale, si serve della sua mente calcolatrice per fare del male. I destini dei due si incroceranno inevitabilmente ma correranno ovviamente su due binari differenti. Ottimo film a tratti molto introspettivo che si fa seguire fino alla fine con grande curiosità. Vale la pena di guardarlo e goderselo perché è il primo film di una trilogia sempre più in crescita che vi appassionerà. Trilogia che comprende anche Split e Glass. Una serie di film che rimane sicuramente come una delle più ben curate del genere. Con un tocco di elemento “fantascientifico” che però è perfettamente amalgamato ed inserito nel resto della narrazione.
Discreto thriller diretto nel 2000 da Shyamalan ed interpretato da Bruce Willis. La trama è abbastanza intrigante e fino a circa metà film si segue con interesse,poi purtroppo subentra la noia,carino il finale. Buona naturalmente la regia e la recitazione,assolutamente stupenda la fotografia molto cupa e oscura. Insomma a me questo film non mi ha convinto più di tanto,l'ho trovato poco coinvolgente,comunque lo consiglio perché è realizzato molto bene e perché abbastanza particolare.
Narrando di due protagonisti legati da un destino di reciprocità, "Unbreakable" descrive con esemplare chiarezza l'idea d'un disastroso equilibrio cosmico fra guadagni e perdite. David Dunn ed Elijah Price sono, loro malgrado, l'opposto e il completamento l'uno dell'altro secondo una superiore e vessatoria legge universale di compensazione. Entrambi scoprono di trovarsi ai poli antitetici lungo il medesimo asse, perciò se a Willis è concesso il potere della (quasi) invulnerabilità e della chiaroveggenza, che lo consacra a una sorte da paladino della Giustizia, viceversa Jackson presenta una patologia che ne rende la massa scheletrica estremamente fragile, mentre la sua volontà è oltremodo salda e solida nel perseguire l'obiettivo prefissato a scapito di centinaia di vittime. Tuttavia il dono infuso a Dunn è soltanto apparente, poiché egl'incarna un "supereroe" incapace di gestire la propria vita e dall'interiorità forse più precaria delle ossa de "L'Uomo di Vetro": un semidio che per giunta nulla può contro le stragi perpetrate dall'amico/rivale. Nonostante la coppia white & black arrivi a giudicare se stessa e ogn'altra cosa dalla corretta prospettiva, quella di cui sarebbero capaci i bambini (cfr. le inquadrature capovolte), il chiarificatorio raffronto conclusivo sembrerebbe tra loser accomunati da un'identica tar'ancestrale: così diversi nei rispettivi ruoli, così simili nell'impotenza di fronte a un Destino tutt'altro che proverbialmente cieco. A voler ben vedere, infatti, il convergere fra la gravosa missione intrapresa da Dunn e la ragione dei barbari eccidi commessi per un lucido scopo da Price lascia il campo aperto all'ipotesi che valori positivi e negativi quantomeno si bilancino nella patta d'una somma zero. Film dai contenuti di notevole portata, benché in parte offuscati dalla solita faziosa visuale registica sui putèi. Considerando che per una volta Shyamalan non ha divagato in riflessioni buoniste o da bignami di psicologia, è comunque oro che cola.
Recensioni
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