Il vecchio e il mare

Il Vecchio e il mare è un racconto molto intenso. Lascia poco spazio all'immaginazione in quanto è tutto descritto accuratamente. La cosa che però colpisce non è l'accuratezza della descrizione ma la determinazione delle emozioni che vengono trasmesse durante la lettura. Si va dalla pietas per il vecchio Santiago, alla paura e preoccupazione per la sua sorte quando resta in mare aperto per giorni a lottare per la sopravvivenza. Insomma il Vecchio e il mare è un insieme perfetto di emozioni positive e negative! Da leggere almeno una volta!

Nel villaggio di pescatori di quella striscia costiera, lontana dalle luci di L’Avana, dove si trova la sua baracca, quando Santiago scende in acqua e col suo skiff rattoppato va oltre il limite della zona di pesca abituale, sembra l’alba di un giorno qualsiasi: mentre tutti fanno buona pesca, per quasi tre mesi, agli ami dell’indomito vecchio non abbocca un pesce. E invece per lui quella è l’epifania di un sogno: spingersi in mare aperto dove nulla fuorché la linea dell’orizzonte separa l’azzurro cielo dal blu scuro dell’Atlantico. Nasce così, un po’ stancamente, un bel racconto con echi importanti nei poemi omerici, in “Moby-Dick”, ma anche in “Le Petit Prince” (e dove altro avrebbe potuto dirlo solo Ernest), e che tra i vari livelli di lettura ha certamente quello mistico-religioso, ma che ha in avventura, semplicità, umiltà, dignità e rispetto i concetti chiave. Ed è per questi motivi che andrebbe letto senza fretta, anche se non fosse pieno zeppo di descrizioni tanto vivide da stringere il cuore.

Libro bellissimo e poetico. A mio avviso imprescindibile